RM – UN CALZINO BUCATO, A TEATRO SIN DAL 2003…

Marco Zadra porta al Teatro Dei Servi di Roma “Il mistero del calzino bucato” dal 14 Dicembre 2010 al 2 Gennaio 2011. Durante il rodaggio avvenuto di stagione in stagione, la commedia ha visto un grande successo di pubblico e critica; lo spettacolo è cresciuto ed ora la Compagnia, perfezionandone la struttura ed aggiornando i dettagli, con qualche sostituzione nel cast, ripropone ancora una volta una performance tecnicamente funzionante e che garantisce tante risate.

Soavi cori di sottofondo ci proiettano in una raffinata ambientazione inglese e la scenografia impreziosita di dettagli ci introduce in casa Pinkerton, dove ad aprire la scena al pianoforte e al violino sono Fabrizio Siciliano e Marco Morandi.
Questa apparente lieta atmosfera natalizia viene repentinamente interrotta da un inaspettato scatto nevrotico del capriccioso Sir. John (Morandi) che ha improvviso desiderio del suo orsetto di peluche: infantile e al contempo perverso, è così che l’eccentrico padrone di casa cattura immediatamente la nostra curiosità con le sue mille sfaccettature e trovate paradossali ed esilaranti. È il turno, poi dell’anziana zia e della sua amica, entrambe scosse da un tremore dall’effetto caricaturale e comico, evidentemente dovuto al morbo di Parkinson, e incapaci di ricordare anche un solo nome dei parenti che inevitabilmente viene storpiato. Se loro portano un tocco di colore, il maggiordomo Chester, interpretato dal magnifico Marco Zadra, riconduce verso l’ambiguità e l’atmosfera da giallo col suo personaggio costruito sul costante contrasto tra eleganza/formalità e volgarità/crudeltà.
Ma i contrasti che convivono nella caratterizzazione di ciascuno non sono gli unici sfruttati nello spettacolo: si gioca mettendo a diretto confronto molteplici falsi accenti, inglese e romano prima di tutto (si scherza anche sull’indirizzo dell’abitazione, a un ipotetico angolo tra Tor Pagnotta e Hampton Road) ma anche calabrese, toscano, francese e sardo. E si sfruttano, in generale, le potenzialità della lingua e la sua equivocità, scomponendo le parole per farne dei nomi e cognomi improbabili e buffi.
La confusione regna sovrana nell’abitazione della famiglia protagonista, i personaggi popolano numerosi la scena dandosi il turno in un movimento continuo e l’omicidio del miliardario Lord Timoty Pinkerton commesso in modo maldestro e volutamente manifesto per rimarcare l’assurdità della storia, è ovviamente solo un pretesto per far muovere ed agitare i protagonisti.
Di tanto in tanto compaiono delle “guest star” come superman o l’uomo ragno, ma pur nell’assurdità di tante trovate e nella ricchezza di certe scene, potremmo dire “pacchiane”, nulla risulta mai di troppo o fuori posto, toccando persino momenti di horror; unica eccezione, forse, la gag troppo studiata e poco ritmata della cameriera che con l’aspirapolvere incappa nelle parti intime di Sir John. Nella seconda parte dello spettacolo, molto musicata, c’è invece il pezzo forte della commedia, ovvero l’interpretazione più volte interrotta e parodiata dell’Aria di Johann Sebastian Bach della Suite n° 3.
Battute e situazioni studiate ad arte che riescono a trasmettere un gusto vero per la risata e un divertimento spontaneo.
Laura Mancini

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