Dal 6 al 18 Dicembre 2011, Armando Pugliese, già impegnato da tempo nella rilettura del teatro shakespeariano, presenta presso il Teatro Quirino di Roma il suo riadattamento de “La Bisbetica Domata”, preannunciando che le ambientazioni – nelle città di Padova e Verona – saranno “reinventate” e determinate da scene simboliche a mo’ di “campo di zingari” che infatti consistono in casse e tavoli di legno – un vero peccato che neanche in un teatro come il Quirino si possano gustare delle vere scenografie – e l’adattamento sarà “pieno di invenzioni che mescolano il fantastico e il contemporaneo” nell’intento di “sorprendere il pubblico e farlo ridere” che però non riesce.
Pugliese non è certo il primo a voler sottolineare quanto i lavori di Shakespeare siano immortali e sempre godibili, ma cade evidentemente nell’errore di snaturare questa commedia pur di attualizzarla, quando in realtà, appunto, non ne ha affatto bisogno.
Ed ecco che i giovani corteggiatori di Bianca hanno maniere e gestualità da rapper e parlata rapida e moderna (che molto toglie alla poesia originale) mentre il padre di Bianca ha toni spiritosi anch’essi contemporanei; la dimora di Petruccio è invasa da trolls che antepongono una “s” ad ogni vocabolo e, soprattutto, la protagonista Caterina recita l’intero copione come una monotona cantilena (pure un po’ gracchiante), tirando sonoramente su col fiato ogni volta che finisce un verso. Davvero esasperante.
Oltre ai numerosi, confusi e poco coinvolgenti stili interpretativi, si ricorre ad escamotage mimici da “fumetto” o piuttosto da farsa che risultano eccessivi e fuori luogo e non strappano nemmeno una risata al pubblico. Gli attori scalpitano e si dimenano sul palco per animare una situazione che lascia, invece, lo spettatore estraneo.
Ben poco può fare da solo ed in tale contesto, un bravo e spontaneo Edoardo Siravo che di commedie shakespeariane – anche efficacemente modernizzate come il “Giulio Cesare” di Maurizio Panici – ha esperienza ma che persino in scene come quelle in coppia con la Gravina, è impossibilitato a creare la giusta tensione emotiva e si trova coinvolto in una gara insensata e noiosa a chi è più antipatico dell’altro.
Laura Mancini