“Tchaikovsky” di Harris W. Freedman, Al Teatro Millelire


Dal 12 febbraio al 3 marzo 2013, Carlo Greco interpreta il celebre compositore russo Pëtr Il’ič Tchaikovsky, presso il nuovo spazio romano dedicato al Teatro Off.
Presentato dal drammaturgo Harris W. Freedman, nella prima scena, malato, assistito dal fratello Modeste, negli ultimi istanti della sua vita, questo personaggio viene poi affrontato in un excursus a ritroso nel tempo, attraverso quelli che furono i momenti più importanti, i legami affettivi e le problematiche inerenti l’omosessualità, che maggiormente ne caratterizzarono l’esistenza, descrivendo la sua personalità affascinante e ricca di sfumature.
Se da una parte, quindi, il testo risulta ben strutturato ed il protagonista viene contestualizzato nella realtà che viveva grazie all’intervento degli altri personaggi (la sorella Alessandra, la nipote Tatyana, l’amante Alexsey, il direttore del Conservatorio Nicolai Rubenstein, la moglie Antonina, la ricca vedova Nadezhda Filaretovna Von Meck), i quali a turni, come ombre leggere accompagnate da un efficace disegno luci, gli si accostano e poi lo abbandonano sulla scena, nonché grazie alle musiche interpretate dal vivo al pianoforte ed al violino, d’altro canto, il tentativo dell’autore e regista di non annoiare il pubblico scadendo nel monologo autobiografico, è vanificato da alcune mancanze da parte della compagnia.
La difficoltà di concentrazione e la scarsa memoria del copione dei due interpreti maschili, che tentennano spesso sulle battute e “confondono” qualche vocale, certo, alle lunghe distrae lo spettatore e priva di un qualsiasi fascino il personaggio. Ma se questo è un problema al quale si può ovviare col tempo, si avverte anche, inevitabilmente, l’inadeguatezza di un solo attore a rendere verosimilmente tanto la vitalità, lo spirito, l’agilità – ad esempio nelle danze o nel modo di scherzare, che risultano piuttosto goffi – dell’artista, quando era ancora poco più che ventenne, quanto il Tchaikovsky ormai cinquantenne, provato dalle angosce esistenziali ed infine dalla malattia. Lo stesso discorso vale, tra tutti gli altri personaggi, in particolare per quanto riguarda Alexsey.
Resta la curiosità, dopo aver assistito alla rappresentazione di questo testo fine, di sapere quali risultati si otterrebbero se si considerasse il contributo di due diversi attori per ciascun personaggio – nelle diverse fasi della vita.
Laura Mancini
Scritto e diretto da Harris W. Freedman
Traduzione Gail Roberts e Lydia Biondi
Con:
Carlo Greco – Pyotr Ilych Tchaikovsky
Gianluigi Pizzetti – Modya, Lyolya, Nikolai
con la partecipazione di Irma Ciaramella – Sasha, Nadya
e con Elisabetta Ventura – Tatyana, Nina, Vladyas, Prete
Musiche suonate dal vivo da Giovanni Monti (pianoforte e direzione musicale) e Farfuri Nuredini (violino)
Costumi Cabiria D’Agostino
Movimenti coreografici Lydia Biondi
Aiuto regia Giovanni Morassutti
Assistente alla regia Teresa Pascale
Designer luci Dario Aggioli
Teatro Millelire: Via Ruggero di Lauria, 22 – Roma
Biglietto: intero € 12,00 – ridotto € 10,00 – Tessera associativa € 2,00
Orari spettacolo: feriali h. 21.00 – festivi h. 18.00

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