Sabato 13 Novembre 2010 presso il Teatro Studio dell’Auditorium Parco della Musica, Roma Jazz Festival presenta nell’ambito di “Gezz” Generazione Jazz il concerto del Trio Alessandro Lanzoni, composto da giovani emergenti (Alessandro Lanzoni – piano, Gabriele Evangelista – contrabbasso, Tommaso Cappellato – batteria) fra i più interessanti talenti dell’attuale scena Italiana.
Per la serata il trio sceglie coraggiosamente di eseguire un repertorio che comprende solo brani originali, ancora poco conosciuti a buona parte del pubblico ma che non rischiano di perderne l’attenzione. Quello del giovanissimo leader fiorentino si presenta come un pianismo energico, poco amplificato, sfacciato ma non privo di eleganza.
Si comincia con “Barbacane”, firmata da Lanzoni. Se nella composizione non sono previste importanti variazioni ritmiche, la melodia giocosa annunciata nel tema principale viene invece abbandonata nella parte centrale per una sequenza di note contrastanti e dall’effetto meno melodico. Dinamico Evangelista al contrabbasso, propone anche un corposo assolo che a sua volta rispetta l’anima ambigua del brano.
Ascoltiamo, poi, i toni inquieti dell’intro della composizione di Evangelista “Hat”, eseguita in completa solitudine da Lanzoni, secondo un modello che verrà rispettato per gran parte delle performance della serata. Mentre il contrabbassista esegue una melodia sognante, Cappellato alla batteria rafforzata dal piano, conferisce ritmi sospesi all’esecuzione, mentre nella seconda parte Lanzoni si fa narratore del tema principale.
In “Phanioma” la batteria pop di Cappellato sostiene una motivo blues trascinante dai toni enigmatici, eseguito con grande grinta interamente dal pianoforte. Evangelista al contrabbasso realizza con rapidità i passaggi del suo assolo.
È il turno della lenta ballad “Levra”, in cui Lanzoni lascia risuonare più a lungo le note, evocando un’atmosfera al contempo romantica e triste che diviene man mano più rarefatta grazie alle spazzole lievi del batterista sui piatti.
Passando per i toni sereni di “Assembly Lines” si arriva alla melodia frammentata di “Surrounded By Frames” pezzo rapido con accenni di funky, dal sound intenso, in cui il pianista ha un atteggiamento di sfida nei confronti dello strumento e si apprezzano gli assolo energici di Evangelista e Cappellato.
La scaletta si chiude con la speditissima “Once upon a space”, composizione di Cappellato che mette alla prova il trio, il quale si dimostra agile anche di fronte ai frequenti contrasti ritmici; a seguire, il bis richiesto dall’applauso entusiasta del pubblico, che propone “Kukan”, altro brano del batterista.
Laura Mancini