MARCELLO BENETTI ESORDISCE CON “SUPUESTO BLUE”

Marcello Benetti pubblica con Elicona Edizioni Musicali il primo album da leader. Il batterista veneto sembra riversare nelle sue composizioni tutto il suo ricco percorso formativo e ci presenta un lavoro che raccoglie in sé quel sincretismo che fonde strutture melodiche e soul music tipico della tradizione musicale ebraica klezmer, frutto sia dei rumori della strada che del canto della sinagoga e nate non per ragioni estetiche, ma con la funzione di accompagnare eventi della vita della comunità.
Si ottiene così un mix di atmosfere surreali, caotiche e sognanti, a partire dal brano d’apertura “In Fieri”: il titolo fa riferimento all’espressione latina che indica ciò che è in divenire, ancora non completato, forse preannunciando l’imprevedibilità dell’album. Il sound insinuante ottenuto dal  versatile Enrico Sartori al sax caratterizza una melodia con sfumature seducenti ed altre scherzose ed è caratterizzato da un timbro asciutto e a tratti “sporcato”, facendosi lamentoso e distorcendosi, enfatizzando una tecnica che rimanda a Ornette Coleman. Pasquale Mirra accompagna al vibrafono con atteggiamento “giocoso” ed il brano sembra quasi spegnersi durante il suo assolo dai toni interrogativi, per poi tornare carico e proporre un assolo pungente di Silvia Bolognesi al contrabbasso, “disturbato” da un fischio di sottofondo.
La caraibica “Supuesto Blue” è dominata dal ritmo tribale del tamburo; un crescendo emozionale che tende all’inquietudine viene insolitamente spezzato dal ritorno del tema principale annunciato all’unisono da clarinetto contralto e vibrafono, di umore più leggero e da un’improvvisazione caratterizzata da un moderno swing del vibrafono sostenuta dalla sezione ritmica, che per velocità d’esecuzione ricorda in alcuni passaggi quasi un pianoforte. Proprio quando il brano sembra trovare una soluzione serena, ecco che si riaffacciano i riff e fraseggi nervosi del sax e l’incedere incombente del tamburo. Una composizione giocata sui contrasti timbrici di grande efficacia.
Silvia Bolognesi apre Fired suonando le note più gravi del suo strumento con l’archetto e conferendo, con questo vibrato, profondità alla lenta introduzione, caratterizzata da un’atmosfera incantata e malinconica. Enrico Sartori al clarinetto si trasforma abbandonando la melodia e proponendo un suono graffiante, rumoroso, quasi fastidioso che rasenta l’atonalità. Si ripete in fine il tema iniziale per concludere l’esecuzione lasciando tutto aperto.
Dai toni vivaci e frizzanti di Sarìn, che comprende un assolo trascinante di Simone Padovani alle percussioni, si passa al breve ed allegro blues di Brioche, dove il percussionista picchia energico sulle congas mentre Marcello Benetti chiude il brano multiforme alla batteria. L’album si chiude con l’ipnotico ed ossessivo La Pluie in cui il leader suona il glokenspiel.
Laura Mancini

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