TRASTEVERINI: QUANDO DALLA ROMANITÀ PUO’ NASCERE UN MUSICAL
Lo spettacolo “Trasteverini”, scritto da Andrea Perrozzi e Gianfranco Vergoni (ispirato ad un soggetto di Veruska Armonioso) torna in scena al Teatro Sette di Roma dal 13 al 25 Gennaio 2015 per la regia di Fabrizio Angelini.
forse proprio come nella vita, solo di tanto in tanto, la sorte dà la possibilità di far sentire la propria voce e si riesce a credere un po’ più intensamente ai propri sogni, per poi dover tornare a sussurrare.
Ma se le storie che i personaggi vogliono raccontare, all’inizio possono sembrare sconnesse, intricate come la città che fa loro da sfondo, quella Roma che è vissuta e sentita come “un gomitolo de strade” dove “er traffico te soffoca l’anima”, ben presto, invece, tutti i punti si ricollegano, rappresentando le molte sfaccettature dell’essere giovani (romani ma in fondo anche semplicemente italiani) oggigiorno. In questo affresco, i personaggi sono disegnati con attenzione per il dettaglio, in maniera verosimile al punto da farli sentire vicini al pubblico, commuovendolo.
promettendole un futuro importante insieme: la gran lavoratrice è invece lei, apparentemente severa ma capace di incredibile generosità; del migliore amico di Dario, Enrico (Enrico D’Amore), meccanico con una madre in difficoltà economiche, anche lui sognatore e amante della musica, che si innamora di Gabriella (Irene Cedroni), seducente ragazza che cova insieme ai suoi segreti la voglia di cambiare. Le voci magnifiche di questi quattro artisti e le difficili interpretazioni canore che eseguono con successo, colpiscono in modo forte lo spettatore, ma hanno la loro importanza anche i personaggi della studiosa e seria sorella di Dario, Nina, che si vergogna del fratello perditempo ma finisce tra le braccia de ragazzo sbagliato e quelli delle due amiche del cuore di Nina, con le quali dà vita ad un ritmato swing in trio, cantando le difficoltà di relazione ai tempi di internet: tutti insieme forniscono uno spaccato su realtà e tematiche sociali attualissime. La regia sfrutta simpaticamente l’incredibile e trasformista Alessandro Salvatori in molti piccoli ruoli diversi: è contemporaneamente padre e madre di Dario e Nina, diventa poi la donna delle pulizie straniera di un ufficio ma mostra abilità attoriale e canora nella parte del losco personaggio del sig. Capodaglio, al quale spetta uno dei brani musicali più interessanti per l’originalità delle liriche e la melodia seducente e drammatica che descrive con efficacia la forza potente della tentazione.
Non mancano espedienti geniali ed esilaranti, che danno l’opportunità alla compagnia di mostrare la perfetta coordinazione e la capacità di muoversi coralmente: ad esempio, mentre alcuni dei personaggi sono in primo piano, gli altri sullo sfondo danno il via a robotiche coreografie eseguite con forchette e tovaglioli oppure fungono da scenografia, tenendo e girando i fili dove stendere i panni.