Tra risate e riflessioni, ecco la “donna” secondo Cechov
L’apertura di “Anime in mostra. La prospettiva femminile in Cechov” ricorda le atmosfere di un’improvvisazione jazzistica. Nel monologo tratto da “I danni del tabacco”, l’abile Ludovica Sacchi veste i panni di un uomo, Ivan Ivanovič: la voce dell’interprete e gli accordi intonati al pianoforte dal Maestro Francesco Paniccia, trovano pian piano la loro sintonia, nota dopo nota, battuta dopo battuta, fino a raccontare il medesimo sentimento con linguaggi differenti, sottolineando l’uno gli accenti dell’altro o colmando i rispettivi silenzi; la performance non può che mutare ad ogni replica e talvolta si deve attendere qualche momento in più perché le parti in gioco trovino il sincrono. Dal mood ironico eppur inquietante del primo atto unico, si passerà ai dialoghi frizzanti di altri racconti, in una sapiente alternanza tra interpretazioni più ritmate e chiassose ed altre più lente e intimiste.
Ne emerge tutta la versatilità di un autore sorprendente come Anton Čechov, che al pubblico odierno – italiano – può risultare ostico: alla compagnia L’Eco dei Sanpietrini si deve tributare innanzi tutto proprio l’abilità nel veicolare, anche al pubblico più diffidente, la maestria di questo autore, grazie alla proposta variegata della rappresentazione presentata al Teatro Arciliuto.
A legare l’insieme, è una visione particolare della donna. Dalla penna di un uomo cresciuto vittima del despotismo del padre e consolato, durante la propria infanzia, solo dall’affetto e dalla gentilezza della madre, anche lei succube, nascono, incredibilmente, dei personaggi femminili vivi, ricchi di autonomia di pensiero e capacità di decisione. Anche laddove la condizione di “sesso debole” si potrebbe intravedere – la giovane Natalia (Martina Venanzi) è consapevole delle difficoltà che riscontrerà nel ricevere una proposta di matrimonio e considera questa opportunità rara e preziosa, indipendentemente dall’uomo e dalle infelici prospettive; la vedova Popova, un’incisiva Lavinia Lalle che conquista lo spettatore, è stata in effetti vittima dei ripetuti tradimenti del marito (ormai defunto) e si trova sola nella propria dimora e molestata dall’arrivo di un visitatore indesiderato e invadente – queste donne non perdono la propria determinazione nell’affermarsi e nell’affermare i propri valori e principi, a costo di rischiare di sacrificare la loro femminilità e la realizzazione di quell’essere donna che dovrebbe coincidere con l’essere moglie e madre.
Più impegnativo il compito di Sarah Mataloni, alla quale spettano ruoli combattuti e profondi, nonché quello del formidabile Emanuele Parlati che si destreggia tra quattro diversi personaggi maschili. Queste “prospettive femminili” però, si estendono fino a divenire prospettiva sulla coppia intera, che, ora in modo drammatico (“Il Gabbiano”), ora in modo paradossale ed esilarante (“Proposta di matrimonio”), sembra agire sempre spinta da quei desideri che possono dare un significato all’esistenza, persino quando sono inverosimili, fino al punto di rifiutare la realtà.
Teatro Arciliuto, Roma
“Anime in mostra. La prospettiva femminile in Cechov”
7 – 8 Novembre 2015
Con: Sylvia Di Ianni, Lavinia Lalle, Sarah Mataloni, Emanuele Parlati, Ludovica Sacchi e Martina Venanzi
Laura Mancini