PEZZI DI UNA NAPOLI IMMUTABILE AL TEATRO DUE

La Compagnia Artenova dal 2 al 7 Marzo 2010 presenta al Teatro Due di Roma “C’era una Napoli” scritto e diretto da Gino Auriuso. Prima ancora che si apra il sipario vediamo entrare in scena un ragazzo che colpisce con enfasi un bongo, come ispirato da un rito tribale. Seduto ai piedi del palco, poi, comincia la sua narrazione riguardante certi uomini di potere i quali, credendosi eterni,  decidono da un bunker la sorte degli altri. Un altro ragazzo si manifesta sul palco ed accompagna il primo con l’armonica a bocca e con l’insolito effetto sonoro ottenuto agitando due tubi di gomma. Entra poi dal fondo della platea Auriuso trascinando a terra una donna con una catena, declamando le caratteristiche del porto di Napoli che – dice – con la Cina pare abbia  molto in comune, mentre sul palco l’accompagnamento musicale è realizzato stavolta a suon di tamburello. E’ il turno, in fine di Francesca Serpe di dare il ritmo suonando le nacchere e Ricciardelli “gratta” la chitarra ripetendo furiosamente un unico accordo.

È così che si presentano i 4 fortissimi interpreti di questa Napoli fatta di piccoli aneddoti, di una signora che per non pagare il biglietto dell’autobus al figlio lo vuole ad ogni costo far sembrare una  “creatura”, di un delinquente chiamato “Zorro” che trova ogni ingegnoso sistema per entrare allo stadio senza biglietto, di un santone che si arricchisce a spese dei devoti di Sant’Antonio. Non ci si sofferma a fondo su nulla, non si danno molte spiegazioni, ma si presentano, piuttosto, stralci di una realtà tanto comico/ironica quanto quotidiana e reale, inframmezzati da brani interpretati in dialetto napoletano (ci viene regalata un’originale versione rap di “O’ surdato ‘nnamurato”), giocando sulle sonorità di questo stesso dialetto così strettamente legate al carattere del popolo che lo parla.
Con Manuel Fiorentini, Eduardo Ricciardelli, Francesca Serpe, Gino Auriuso
Assistente alla regia Nicolò Prestigiacomo
Scene Matteo Moscarelli
Fonica e luci Matteo Cristofari
Laura Mancini

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