Dall’attore all’uomo, Manuel Fiorentini interpreta una riflessione attenta sul teatro ed i suoi risvolti sociali
Se per questo teatro “off” della Capitale è stato scelto il nome Teatroinscatola, di certo non deve trattarsi di una caso. La sala in cui prende vita lo spettacolo Il regista in scena, infatti, ospita solo 30 posti a sedere, disposti su di una struttura a gradini che scende fino allo spazio scenico, anch’esso di dimensioni modeste. Alle spalle del pubblico, mentre ancora si ode il chiacchiericcio degli spettatori, entra il protagonista Manuel Fiorentini, parlando tra se e sé in una penombra che viene rispecchiata anche dal tono cavernoso e cupo della sua voce.
Il pretesto per affrontare l’esperimento metateatrale lo offre l’incontro tra un regista esigente, un attore ed un aiuto regista, tutti interpretati con abilità dallo stesso Fiorentini, il quale deve “schizzare”, così, da una parte all’altra, passando attraverso differenti registri vocali per figurarci le personalità dei tre, senza l’aiuto di scenografie, oggetti, suoni, luci o costumi. L’attore è solo con il suo pubblico ed è forse anche grazie all’essenzialità della rappresentazione, che si sancisce in maniera forte il legame con esso, nell’arco di una cinquantina di minuti di performance.
L’equilibrio tra riflessione profonda e capacità di sdrammatizzare è garantito sapientemente dai tre personaggi. Il regista propone all’attore degli esercizi per aiutarlo a comprendere l’importanza di immedesimarsi nella situazione da rappresentare e non nei propri idoli – che altrimenti lo porteranno a recitare sempre sé stesso –, sganciandosi dalla sue certezze e rendendo a volte possibile anche l’impossibile. È proprio questa caratteristica incredibile che avvicina spesso la gente al teatro e fa cercare in esso risposte che la realtà non dà. Quando, però, il regista rischia di eccedere, cadendo nella lezione universitaria, ecco che il punto di vista ironico dell’attore fa sorridere, spostando l’azione dal piano metafisico a quello concreto e realistico. Grazie a questa duplice visione del mondo del teatro ci si accorge di come l’attore rischi sempre di credersi autosufficiente ed il regista si illuda di avere “il potere”, mentre emerge, verso la conclusione, come l’uno non possa prescindere dall’altro. È l’entrata in scena di un quarto personaggio, lo spettatore, a suggerisce un ultimo punto di vista: attore e regista, con i loro scontri, ricordano per certi versi il combattimento interiore che vive nell’uomo stesso, dimostrando che non basta un solo attore per rappresentare un uomo intero… forse per questo si dice “recitare una parte”?
Laura Mancini
Teatroinscatola Lungotevere degli Artigiani, 14/16 (Ponte Testaccio) – Roma, tel. 065894542
“Il regista in scena” dal 14 al 26 maggio 2013
Scritto e diretto da Giuliano Vasilicò
Con: Manuel Fiorentini
Costo del biglietto: 10 €