GABRIELE PIGNOTTA PORTA AL TEATRO ITALIA IL SUO UMORISMO ESPLOSIVO

Le prime tre scene di “Scusa, sono in riunione, ti posso richiamare?” si susseguono rapidamente, in netto contrasto l’una con l’altra, per inquadrare i personaggi e la situazione: si vedono 5 amici nel pieno dei festeggiamenti nel giorno della laurea; molti anni dopo, ci viene mostrato ciascuno dei protagonisti, alle prese coi ritmi frenetici della vita di ogni giorno, scanditi dal continuo squillare del telefonino e per ultima, arriva la telefonata che, portando un brusco arresto nella routine quotidiana, comunica a quattro di loro la scomparsa del quinto amico, ormai perso di vista, che era divenuto un famoso produttore televisivo di successo.
Ed ecco che, da questo momento, i fatti si svolgono nell’appartamento di Lorenzo, il quale con una lettera lasciata prima della sua scomparsa, ha esortato gli altri a ritrovarsi lì per qualche giorno, come ai vecchi tempi. Una situazione solo apparentemente drammatica e commuovente… scopriremo, infatti, ben presto che le cose non stanno esattamente come sembrano.
Nicole, Alice, Tommaso e Mattia si osservano, si trovano cambiati, si fanno banali complimenti seguiti immediatamente dopo da battutacce spiritose, si raccontano le loro vite e non sembrano aver mai perso la confidenza che c’era molti anni prima. Gli interpreti Cristiana Vaccaro, Cristina Odasso, Fabio Avaro e Gabriele Pignotta, sono più che credibili e spontanei nel farci assistere a quella che sembra una reale rimpatriata fra amici, colorita dalle classiche battute esilaranti tipiche dei testi di Pignotta.
Ciascun personaggio è ben caratterizzato e, raccontandosi all’altro – interrotto con una certa frequenza dallo squillo del cellulare – fa comprendere come sostanzialmente non sia mutato nonostante la crescita: la ragazza con la sindrome del capo, affascinata costantemente da uomini di potere già sposati; quella in perenne fuga dagli impegni duraturi; l’inguaribile sognatore romantico che viene sempre lasciato dalle sue compagne; il padre di famiglia, rassegnato e concreto, sottomesso ormai dalla moglie.
La conversazione non è sempre a quattro e di tanto in tanto maschi e femmine si dividono oppure si formano delle coppie che si fanno confidenze inedite e segretissime portando risvolti inaspettati nei rapporti, equivoci e malintesi dall’effetto comico. La conversazione, spesso, dal personale si allarga a considerazioni più ampie, che possono toccare anche gli spettatori, concluse però immancabilmente in modo poco serio, come quando si parla del mutato rapporto tra uomo donna dai tempi delle caverne ad oggi o si conclude che nella coppia “meno te vedi, meglio è”…
Non è tutto qui, naturalmente: ben presto la prospettiva cambia (non sveliamo come) e, consapevoli di come stanno realmente le cose, vediamo tutto in un’altra ottica, che rende ogni situazione ancora più paradossale e divertente. Alcune scene memorabili sono quelle velocizzate oppure al ralenty ed i doppi sensi che scaturiscono dalla presunta omosessualità di Tommy. Ma se raccontare questo spettacolo non è particolarmente significativo, l’effetto che ha su chi vi assiste è senza dubbio esplosivo. Lo spunto narrativo è originale ed il copione ben costruito, ma più della storia, a rendere irresistibili ed efficaci i testi di Pignotta è la bravura sua e dei quattro compagni al suo fianco come interpreti: simpaticissimi e abili nello scegliere un registro comico che la gente possa sentire sempre affine.
Teatro Italia – Roma
29 Dicembre 2011
Laura Mancini

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