Nico Sambo “Cose lette e non lette”, Cappuccino Records

“Cose lette e non lette” è l’ultimo disco di Nico Sambo, pubblicato a ottobre del 2019 con Cappuccino Records e distribuito da Audioglobe. Il titolo è dovuto alle numerose citazioni di scrittori presenti nei testi dei brani come DeLillo, Pynchon, Antonio Moresco, Claudio Morandini.

Nico Sambo alla voce e alla chitarra è affiancato da Alessandro Quaglierini al basso, da Federico Melosi alla batteria e da Davide Morelli al pianoforte e al sassofono. Ma grazie anche al contributo di Valerio Ianitto, gli arrangiamenti si arricchiscono rafforzando la personalità di questo album con accenni di xilofono, campane tibetane, mellotron e tanto altro. Con questo lavoro Sambo dimostra una grande padronanza della materia musicale e al contempo la libertà da qualsiasi desiderio di appartenenza vincolante ad un genere.

I testi di “Cose lette e non lette” raccontano situazioni sfuocate, doppi sensi ed equivoci, grazie anche all’utilizzo di allegorie. L’autore si rivolge in modo molto diretto all’ascoltatore, con il quale gioca e lo sfida a individuare tante possibili interpretazioni.

Il disco si apre splendidamente con È che le piace giocare, un brano multiforme e sorprendente che comincia con la voce di Sambo e un arpeggio di chitarra: sui versi poetici intonati, entra romantico il piano e poi la tastiera hammond. Si aggiungono all’improvviso le chitarre distorte e il cantante ripete con malizia il titolo del brano. Nico Sambo modula di volta in volta abilmente la voce in maniera differente e tra elettronica, cantautorato e pop-rock, tutta l’originalità e la capacità trasformista di questo autore ed interprete è raccolta e preannunciata in questo brano di apertura.

Passa tutti i giorni di qui è una canzone che sa di estate, caratterizzata da un senso di spensieratezza e leggerezza. La struttura decisamente più standard non la rende comunque banale o ordinaria: nella sua semplicità riesce a trasmettere emozioni intense in modo efficace. Nuovi canali, invece, racconta una storia sulla musica, senza badare troppo alle rime eppure non ci sono forzature nell’adattare il testo alla melodia. Ancor più ritmata, riprende il mood della precedente ma il sassofono del refrain suggerisce desideri più sensuali e atmosfere più seducenti. Sia il titolo che il testo sono ricchi di allegorie e parlano di rapporti che cambiano.

Zootropio segna un cambio di sonorità deciso. L’atmosfera si fa molto più pensierosa e rarefatta, il tempo è dilatato, scandito solo da un ritmo che rallenta rispetto ai brani precedenti. L’arrangiamento vede l’inserimento di un sintetizzatore che contribuisce ad enfatizzare la ripetizione di immagini descritte nel testo, con riferimento all’illusione di movimento creata dallo zootropio.

Alla lunga intro strumentale che inizia quasi come un inno da stadio di È ora di partire si aggiunge il beat sintetico di una batteria. Il ritmo è molto coinvolgente, il motivo di chitarra viene ripetuto in sequenza, l’intera base si ripete circolarmente mentre le parole, per una casualità ironica, fanno da perfetta colonna sonora a questo momento storico caratterizzato dalla solitudine e dall’insofferenza del lockdown dovuto al Coronavirus: “è ora di partire ma non c’è nessun viaggio, nessuna nave, nessun aereo”.

Più breve, la composizione Lettera a un eremita, comincia con un battito che ritorna più volte ad accompagnare solo la voce, intervallato da parti in cui si aggiunge la strumentazione. Quel “ah-ah-ah” intonato dal cantante suona molto ammaliante e la tonalità sale per suggerire un crescendo emotivo.

I brani strumentali sono Raccontami, caratterizzato da una melodia accattivante che crea un’atmosfera che incanta e Ensenada, lento e malinconico. La Terrazza è unbrano a tratti psichedelico, dalle sonorità sinistre e surreali, dove la voce di Sambo è alterata dall’elettronica e le parole fluiscono a metà tracantato e parlato.

Colpisce in modo particolare Non fermiamoci qui: il testo spiegato anche dall’autore nella presentazione dell’album, in realtà si presta a molteplici interpretazioni ed è la vera forza di questo brano dal ritornello orecchiabile e accattivante. La chitarra elettrica stridente interferisce con l’appello accorato e l’andamento fiducioso della melodia, per una varietà di contrasti che conquista l’ascoltatore.

Laura Mancini

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