Mark Wade Trio “Moving Day”, AMP Music & Records

Mark Wade propone la melodia al contrabbasso slappato con vigore accompagnato solo dal riff del pianoforte. Tim Harrison, poi, lo sostituisce facendosi carico di proseguire la melodia con la destra sul piano. Si aggiunge la batteria. Lo scambio di ruoli è il gioco più armonioso in questa interpretazione elegante di Moving Day, brano di apertura dell’omonimo album di Mark Wade Trio, ripubblicato in Europa a gennaio 2020 su AMP Music & Records. Mark si concede un bell’assolo dinamico a metà brano e più ci si avvicina verso la conclusione, più i riff del piano si fanno ossessivi, enfatizzati dal batterista Scott Neumann. Ma è solo un apparente finale, infatti tutto sembra sempre ripartire di nuovo in questa composizione che parla di inizi e conclusioni, di partenze e arrivi, di ricordi, di nostalgia e aspettative che muovono tutto nell’esistenza. L’autore sembra dichiarare con serena accettazione questo andamento delle cose ma rivive le emozioni delle esperienze che hanno ispirato il brano, per trasmetterle efficacemente all’ascoltatore.

Wide Open è basata su due temi, uno molto ballabile che si trova all’inizio e alla fine e uno centrale più variabile, che si alternano con fluidità. Il ritmo, dunque, cambia di continuo lasciando l’ascoltatore pieno di incertezze eppur coinvolgendolo con la sua mutevolezza affascinante.

Sono tre, invece, i temi che si intrecciano in The Bells. Tim Harrison apre il brano con una citazione a La Mer di Debussy. Le ambientazioni si spostano e se nella prima parte sembra di essere proiettati sulla riva del mare, di fronte alle onde increspate, in seguito l’atmosfera cambia e si fa più rilassata: si sente lo swing ed il ritmo è più definito. Un momento di silenzio da parte degli altri lascia spazio all’assolo del contrabbasso e quando il trio torna compatto, il tempo sembra dilatarsi fino a riallacciarsi all’inizio del brano.

Another Night in Tunisia prende ispirazione dal brano di Dizzy Gillespie A Night in Tunisia. Il suond accattivante e il ritmo del bebop non si perde negli assolo che il trio si concede a metà canzone, per concludersi con tono deciso.

Non è prettamente romantica Something of a Romance, una ballad incentrata sulle emozioni di una storia d’amore, con tutte le incertezze e le aspettative che tipicamente la caratterizzano. Mark Wade riesce a cogliere tante sfumature del soggetto a cui è ispirata la composizione. Neumann spazzola sui piatti e immaginiamo atmosfere illuminate solo da luci soffuse; si avverte un senso di suspense e fiato sospeso, alternato da momenti di incanto surreale. Alcuni tratti della melodia suonata da Harrison suggeriscono la curiosità del conoscersi e scoprirsi ed il gioco della seduzione.

Autumn Leaves di Joseph Kosma è la seconda cover dell’album e cita anche Mayden Voyage di Herbie Hancock nel bridge. Wade lascia ampio spazio agli altri musicisti per esprimesi e Tim Harrison emerge con grande eleganza al piano.

Midnight in The Cathedral si avvia con la maestosità e la solennità data dalle percussioni, seguite subito dal piano. È un brano che si sviluppa ed evolve in modo sorprendente dall’inizio alla fine, tra classicità e street jazz, attingendo ad elementi della musica medievale. Contrabbasso e piano lavorano con grande feeling costruendo una melodia intensa ed emozionante.

Più ritmato, intrigante e seducente The Quarter nel quale la batteria sembra sin dalle prime battute richiamare una banda in marcia e un clima di festa. Allo stesso tempo viene voglia di ballarlo grazie allo swing e a un altro degli assolo ammiccanti di Wade.

In The Fading Rays of Sunlight chiude il disco con romanticismo toccante e sontuoso.

Laura Mancini

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