Il nuovo ep “Nuvole” dei Mustek, in anteprima esclusiva su Moozart
I Mustek sono una band di Reggio Emilia formatasi nel 2005 che ha iniziato l’attività in ambito musicale alimentando le composizioni melodiche con i testi scritti da una sorta di “ghost writer” chiamato Repapero.
Il termine ceco “mustek” significa “ponte” e si riferisce al desiderio del gruppo di creare un collegamento, un punto d’incontro tra le vibrazioni delle chitarre e la freddezza dei synth.
Le tematiche affrontate nelle canzoni non sono impegnate «perché l’arte è bellezza e disimpegno», affermano i componenti del duo. Così i brani interpretati dai Mustek evocano e parlano di sensazioni e storie.
Il 17 aprile 2020 la band ha pubblicato il singolo Pioggia come anticipazione del nuovo ep “Nuvole” (Lo Scafandro).
Potete ascoltare di seguito l’audio intervista a Paolo Bardelli che presenta in anteprima l’ep alla nostra redazione:
La storia della band di Reggio Emilia, Mustek
Dal loro esordio nel mondo discografico con il brano L’Ora Inquieta si sono susseguiti alcuni live (3° Kalporz Festival) per sperimentare ora il minimalismo elettronico, ora il reading musicale in collaborazione con lo scrittore Giovanni Fantasia, passando dalle voci femminili ospitate nelle loro canzoni come Cristina Silingardi, Alice Montagna (Errezero), Jyoti Guidetti (Babel), Maura Rinaldini e Bianca Pasquesi (MilaServeAiTavoli) a quella maschile di Paolo Bardelli dell’utlimo periodo di produzione.
L’ep “Dove Ci Siamo Incontrati” (2011) li rappresenta in una fase electro-pop ancora più “artigianale”. In seguito la band si è trasformata definitivamente in duo – Fabrizio Ascari e Paolo Bardelli – con l’ep “Notturno” (2015).
Il nuovo ep dei Mustek “Nuvole”
Nel nuovo ep “Nuvole”, in uscita il 24 aprile 2020, i Mustek esplorano per la prima volta nel loro percorso musicale la realizzazione di brani totalmente strumentali con l’uso di campionamenti, mentre in altri la voce di Paolo Bardelli è trattata con autotune e vocoder.
Prosegue, dunque, l’evoluzione dall’elettronica classica, fatta con synth e groove box e mixata all’utilizzo della chitarra acustica, tipica degli esordi, a un’elettronica sempre più digitale.
“Nuvole” prende il via da “Somnium” di Jacco Gardner il quale, nel 2018, andando controcorrente rispetto ai tempi, ha realizzato un album completamente strumentale. Le atmosfere psych-pop del passato di “Somnium” sono quelle alle quali si ispirano i Mustek nel nuovo ep.
I brani di “Nuvole”
Cambia in “Nuvole” anche la tecnica compositiva: i brani scritti da Paolo Bardelli, infatti, invece di seguire il classico percorso in cui la composizione è seguita dall’arrangiamento, sono stati costruiti in studio, sfruttando le potenzialità dei programmi di registrazione. Il risultato è un lavoro che suona molto più viscerale ed emozionale, le commistioni sono tante da farlo sfuggire ad un genere ben preciso.
Fabrizio Ascari in questo ep suona per la prima volta, oltre alle chitarre, anche il basso. I sintetizzatori usati sono Korg Minologue, Nord Electro, Novation Ultranova.
- Pioggia è un brano strumentale dalla struttura circolare e coinvolgente, una sorta di blues in versione elettronica, dove, come nel tipico stile della band, i suoni evocano e richiamano chitarre, bassi e batterie o voci ma il linguaggio rimane volutamente e maliziosamente camuffato e ambiguo. Le parole non servono: si chiede all’ascoltatore di lasciarsi andare alle emozioni e la musica riesce a prenderlo efficacemente per mano.
- Monocellula cambia decisamente mood e la scansione del tempo è ben più evidente. Una prima novità rispetto al passato è la forte alterazione della voce di Paolo. Il testo si ripete su variazioni della melodia che richiamano ambientazioni dance e locali notturni colmi di giovani soli, in cerca di emozioni.
- Sembra incupirsi leggermente l’atmosfera in In questo viaggio ma il brano presenta una struttura multiforme: va ascoltato tutto e solo così ci si può addentrare nel viaggio, evocato dal titolo ma sottolineato più dalla melodia che dal testo.
- La base di riff musicali di Soffio crea un crescendo emotivo dove la strumentazione si aggiunge poco alla volta: un racconto senza parole, senza inizio né fine.
I precedenti ep dei Mustek in breve: “Dove ci siamo incontrati” 2011
Un electro-pop artigianale fatto di suoni semplici e buoni come le fotografie scolorite dal tempo. Piccola fotografia di un angolo di mondo popolato da baristi calabresi che leggono la “Gazzetta di Reggio”, di padri tornati trentenni e fatto di giri in centro con tizie pazze, di occhi sotto un cappello. Si parla di ricordi della durata di un soffio inconsistente. I testi sono di Matteo Marconi.
- Ipercoop Odyssey. Qualche accenno di dance nell’elettronica, lo si potrebbe ballare in discoteca. La voce femminile che interpreta il testo incanta, pulita e lineare.
- I tuoi occhi. Una cantilena ipnotica, l’atmosfera è seducente, suggerisce gli incanti di un bosco e ambientazioni notturne e fumose. Si avverte appena la chitarra elettrica leggera di sottofondo che “sporca” un po’ di più la parte conclusiva del brano.
- Hey Frank! Un racconto parlato che gioca tra il netto contrasto dei toni con gli argomenti profani trattati. Man mano che la narrazione si fa più irruenta svanisce l’alterazione artificiosa della voce e alla chitarra elettrica si alterna un beat da discoteca.
- Cover di A Means To An End dei Joy Division, già pubblicata nel cd tributo ai Joy Division “A Different Story”, qui cantata da Jyoti Guidetti.
I precedenti ep dei Mustek in breve: “Notturno” 2015
Si gioca molto sulle atmosfere. I testi sono di Matteo Marconi.
- Crudele ha una bella melodia accorata, un arrangiamento corposo e complesso di elettronica. La voce di Paolo è presentata senza filtri.
- Disappearing Act. La melodia parte volutamente più monotona e ripetitiva, l’intensità si perde per poi tornare verso il finale, mentre la voce del cantante è alterata dall’elettronica.
- Luna colpisce per l’arrangiamento che si arricchisce in un crescendo emotivo e si carica di enfasi verso la fine.
- Segnali Radio ha un sound e un ritmo vagamente esotico. La voce pulita, acuta e femminile di Jyoti Guidetti è accompagnata dal basso suonato da Simone Defeo. Compare per la prima volta qualche termine in lingua inglese nel testo.
Laura Mancini