“La signora dei funerali” Madeleine Wickham, Mondadori Editore

Dopo il successo strepitoso della serie “I love shopping” che ha lanciato la giovane autrice meglio conosciuta come Sophie Kinsella e gli altrettanto riusciti “Sai tenere un segreto”, “La regina della casa” e “Ti ricordi di me?”, Arnoldo Mondadori pubblica anche in Italia il primo romanzo della scrittrice inglese, appartenente all’epoca in cui si firmava col suo vero nome. Se non stupisce la scelta “editoriale” di trovare un nome d’arte curioso e originale in sostituzione di quello piuttosto comune, c’è anche da dire che di certo non è stata solo la firma a dover cambiare per attirare l’attenzione: abituati ad una verve comica pazzesca, ad una Sophie Kinsella tutta sprint, portata in ogni riga a far ridere il lettore, raramente seria al punto di sembrare ridicola e paradossale ma sempre in grado di costruire personaggi irresistibili, questa Madeleine agli esordi sembra davvero un’altra persona. Non che non si riconosca il talento nel mantenere viva la curiosità e lo stile estremamente scorrevole. Ma la protagonista di questo romanzo è forse un personaggio troppo distante dalla stessa autrice (mentre si somigliano e le somigliano probabilmente molto per età, modi frenetici e valori umani semplici le protagoniste degli altri romanzi); dovrebbe risultare affascinante e misteriosa, affabile e catalizzatrice ma in conclusione in questo ritratto qualcosa non torna, qualcosa rimane ambiguo e il personaggio di Fleur non piace fino in fondo.   Il racconto si legge e coinvolge, ma mancano totalmente lo spirito e l’ironia della Kinsella che conosciamo: stavolta non diverte e non fa sorridere.   Diversa, tra l’altro, anche la struttura dell’episodio: negli altri racconti, la protagonista (immancabilmente una pasticciona) si presenta al lettore già in una situazione critica, per veder  peggiorare rapidamente e poi precipitare gli eventi e deve, in seguito, tirarsi fuori dai guai, riscattandosi e dando luogo, in qualche modo, a un lieto fine. Ne “La signora dei funerali” invece, tutto questo è assente e, se un cambiamento nei personaggi avviene, vi si accenna senza convinzione solo nel finale, lasciando comunque uno scarso senso di soddisfazione.  

Laura Mancini

Potrebbero interessarti anche...