Come diventare doppiatore in Italia e scegliere la migliore scuola di doppiaggio
I settori del cinema e della televisione hanno da sempre un forte potere attrattivo nei confronti degli aspiranti attori italiani. In questo ambito lavorativo, molte persone si chiedono come diventare doppiatori. Non sono solo uomini e donne più o meno giovani a volersi cimentare in questo mestiere ma talvolta anche i bambini, che sognano ad esempio di doppiare i protagonisti dei loro cartoni animati preferiti.
Spesso si sente dire che questo settore è molto chiuso ed esclusivo ma chi vuole tentare la sorte, deve conoscere bene i requisiti richiesti. La capacità di sincronizzare la propria voce con quella dell’interprete del video da doppiare, ad esempio, è una delle più importanti.
Inoltre, è utile essere consapevoli delle concrete opportunità lavorative e dei compensi riconosciuti ai professionisti in questo campo.
Formazione: scegliere la scuola di doppiaggio più efficace e accreditata
La frequentazione della scuola di doppiaggio è il primo passo per apprendere come diventare doppiatore professionista anche nel caso si abbia già esperienza come attore. Il percorso formativo permetterà di acquisire padronanza dei requisiti fondamentali per trovare lavoro nel settore, come la corretta respirazione, la dizione, i dialetti. Nello specifico, si avrà l’opportunità di sperimentare a livello pratico come si fa il doppiaggio di un film.
La scelta del corso di doppiaggio può avvenire in base alla città e anche alla fama della scuola. Tra le più rinomate in Italia, ci sono:
- Operatori Doppiaggio e Spettacolo a Torino;
- Quality Dubbing a Milano;
- Centro Teatro Attivo a Milano;
- Professione Doppiaggio a Roma;
- Accademia del Doppiaggio a Roma;
- Voice Art Dubbing a Roma, Napoli e Catania;
- Speak & Dub a Palermo.
Come entrare nel mondo del doppiaggio dopo aver concluso la scuola
Lavorare nel doppiaggio è una valida alternativa alla recitazione classica e consiste nel sovrapporre la propria voce a quella di un protagonista in video, generalmente in un’altra lingua rispetto a quella originale. In alcuni casi, però, capita anche di dover doppiare attori italiani in italiano. Sebbene il sogno di molti sia il cinema e al secondo posto la televisione, spesso è necessario iniziare da cortometraggi e lungometraggi poco conosciuti e circuitati su canali minori. Anche il doppiaggio degli spot pubblicitari rappresenta un’ottima opportunità di lavoro.
Una volta appreso come fare il doppiatore a livello tecnico, è importante sapere che ci si troverà a rivedere per molte ore consecutive gli stessi spezzoni di film e video. Per svolgere questa attività con perseveranza, quindi, è fondamentale avere una grande passione per il mondo del cinema e della televisione.
Tipologie di contratto e stipendio dei doppiatori italiani
Il doppiatore può lavorare sotto contratto oppure occasionalmente come libero professionista e i compensi variano molto a seconda del tipo di contratto e dell’impegno richiesto. I guadagni, quindi, sono in genere proporzionati ai turni di doppiaggio. Il “posto fisso” non è facile da trovare ma nemmeno impossibile, basti pensare al lavoro di doppiaggio di un personaggio stabile di una soap opera. Il guadagno cambia anche in base all’azienda che assume o offre la collaborazione:
- nel cinema e nella televisione i compensi sono maggiori,
- il doppiaggio di attori noti solitamente viene retribuito più di quello di interpreti secondari,
- i doppiatori di spot pubblicitari di brand famosi sono spesso pagati più di quelli di piccoli marchi,
- se non si è alle prime armi, anche la popolarità acquisita dal doppiatore professionista influisce sul compenso.
La retribuzione del doppiatore in Italia
In genere, per i film al cinema o in tv, gli sceneggiati tv, i trailer, le mini-serie e i filmanti di repertorio, il compenso è di circa 72 euro a turno, per una media di 140/170 righe lette a voce alta.
Per le sitcom, i telefilm e i cartoni animati, si parla di circa 72 euro a turno, per 190 righe in media lette a voce alta.
Per reality show, soap opera, telenovelas, documentari e docu-reality, il compenso è di circa 72 euro a turno, per 220 righe in media.
Laura Mancini