“PUSH” JACKY TERRASSON, CONCORD MUSIC GROUP (2010)

Lasciata la Blue Note, con l’album “Push” Jacky Terrasson debutta in casa Concord segnando una nuova fase della sua carriera artistica, alla ricerca di un nuovo sound e di una nuova identità musicale. La scelta di percussioni meno usuali e l’uso dell’elettronica, che conferiscono calore e raffinatezza alle composizioni, attestano questa ricercatezza. Terrasson si “spinge” in varie direzioni come suggerito dal titolo del Cd, con atteggiamento libero, candido e fresco, per un risultato forse non del tutto uniforme ma non privo di qualità.

La melodia allegra ed orecchiabile di Gaux Girl, dedicato alla figlia Margaux, fa da apripista. Il tema principale si svolge sulla base funk della batteria e viene poi abbandonato per l’improvvisazione. Beat It/Body And Soul associa insieme un omaggio a Michael Jackson ed uno standard, distinti in modo evidente dalle differenti fasi ritmiche; l’intro di percussioni tintinnanti precede l’ingresso di Terrasson che dà volume alle note alte, ricorrendo anche al pedale. In Ruby My Dear la lenta melodia è interpretata da armonica e piano in una serie di scambi coinvolgenti; ne percepiamo solo a momenti l’anima romantica. Il titolo Beat Bop definisce perfettamente questo brano speditissimo dai toni inquieti in cui il pianista è incredibilmente fluido anche alle tastiere elettriche; chiusura ed apertura sono speculari. In‘Round Midnight piano e contrabbasso sembrano centellinare le note; a metà brano il ritmo si converte in una tango sempre più rapido.

Passando per Morning e per l’appassionata My Church in cui Ben Williams percorre una melodia parallela a quella del piano e propone un assolo di grande lirismo, si giunge alla melodia solare di Say Yeah in cui Cyro Baptista porta una ventata di Brasile con le percussioni, mentre i cori ricordano un gospel dall’anima leggera. Seguono un’interpretazione nervosa di You’d Be So Nice To Come Home To e la ballad Carry Me Away che con la magia del bastone della pioggia trasporta davvero via, facendo perdere la percezione del tempo. L’album si chiude col brano O Café, O Soleil nel quale Terrasson ripete con la sinistra una base sui bassi mentre la destra suona sulle note alte una calda melodia afro-cubana; un clap di mani sostiene il ritmo e nella parte finale Ben Williams ripropone il giro di basso suonato prima da Terrasson al piano.

Jacky Terrasson (piano, tastiere, voce), Ben Williams (contrabbasso), Jamire Williams (batteria),  Gregoire Maret (armonica in 3 e 8), Jacques Schwarz-Bart (sax tenore), Matthew Stevens (chitarra 8), Cyro Baptista (percussioni in 8, 10, 11).

Laura Mancini
(Jazz Colours – Gennaio 2011)

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