Mark Wade, “True stories” – Amp Music & Records
In “True Stories”, quarto lavoro di Mark Wade registrato col suo trio formato insieme a Tim Harrison e Scott Neumann, il musicista statunitense rievoca in otto brani originali il ricordo di alcuni capolavori delle più grandi leggende del jazz, con il suo stile elegante e trasformista, in grado di unire passato e presente. L’esplorazione sonora e tecnologica di cui parlavo nella recensione di “Songs from Isolation” ha anticipato questo progetto, realizzato insieme al pianista Tim Harrison e al batterista Scott Neumann.
Ad aprire l’album è I Feel More Like I Do Now caratterizzata dal ritmo vario e che si insinua nell’acoltatore, seduttivo e accattivante, ispirato – come spiega Wade – alle registrazioni del quintetto di Miles Davis degli anni ‘60. Si prosegue con Falling Delores che parte con grande calma e poi prende vita e diviene brioso. Combina due brani di Wayne Shorter con un tema originale di Wade.
The Soldier and the Fiddle comincia con un riff ossessivo e costante, simile a una marcia di sottofondo, cavalcato dalla lenta cascata cristallina di note al pianoforte: un’introduzione che porta al lento assolo del contrabbasso. Si avvia, poi, un affascinante dialogo tra pianoforte e contrabbasso ricalcato dal ticchettio sui piatti del batterista. La batteria segna il crescente pathos e i toni assumono tratti vagamente drammatici. Il brano, della durata di oltre 10 minuti, alterna momenti di quiete e relax ad altri turbolenti, un po’ come accade nei rapporti umani.

In The Market reinterpreta in modo sofisticato e leggero più temi tratti dai brani dell’omonimo album dei Weather Report. L’apertura del blues Piscataway Went That-a-Way crea un’aspettativa nell’ascoltatore grazie al motivo ambiguo. Il titolo fa riferimento al luogo in cui il compositore si trovava quando è giunta l’ispirazione per la melodia, ovvero l’uscita dell’autostrada per Piscataway in New Jersey. Quando il batterista si ferma e per un momento sono in primo piano contrabbasso e pianoforte, l’atmosfera si fa più intima e accogliente.
A Simple Song non è poi così semplice come brano, non nel senso di “scontato”, almeno. È una composizione varia e libera da schemi, che fa spaziare la fantasia. La prima parte di Song with Orange & Other Things – Parts 1 and 2 si ispira allo stile di Charles Mingus mentre la melodia della seconda parte si trova proprio in Song with Orange. Si chiude con At the Sunside, con la consapevolezza che non è corretto parlare di inizio e conclusione per quanto riguarda “True stories”: la sua anima circolare lascia la voglia di riascoltare gli otto brani tutti da capo.
Laura Mancini