Mark Wade “Songs from isolation”, AMP Music & Records

Siamo spesso abituati a vedere i musicisti esibirsi in contesti molto standard e secondo modalità che si ripetono: ciascuno ha il suo posto sul palco e il suo ruolo nell’esecuzione del concerto. Questo tipo di incontro tra artista e spettatore talvolta porta il secondo a vedere il primo molto “composto” e non lascia spazio per immaginarne l’estro, la capacità ironica, la fantasia.

Con l’album “Songs from isolation” che uscirà presto con AMP Music & Records (Norway), a breve distanza dal disco “Moving Day”, Mark Wade mi ha stupito innanzitutto musicalmente, per la sua capacità di realizzare 5 brani in cui da solo ha registrato le diverse tracce di linea melodica e parte ritmica, alternando contrabbasso e basso elettrico. Suona entrambi gli strumenti sia in maniera più “convenzionale”, pizzicando le corde con le dita, sia in modo percussivo e con l’archetto, sfruttandone tutte le potenzialità. Si tratta in effetti del primo solo album del musicista e l’esperimento è davvero ben riuscito: forse ci volevano un lockdown e una situazione estrema come quella causata dal COVID-19 per trovare il coraggio di lanciarsi in un’impresa del genere e osare.

Oltre alla sorpresa a livello musicale, la scelta del visual album, in cui ciascuna canzone è accompagnata da un video auto prodotto dallo stesso Mark, mi ha dato modo di intuire una mente ironica e fantasiosa, capace di ricorrere a simbolismi e immagini mai scontate, per raccontare l’isolamento durante la quarantena.

Nel video di Hours til dawn, l’illusione ottica di fondali che non esistono, colorati da cieli azzurri solcati da nuvole di passaggio e animati dai grattacieli di New York City che svettano imponenti, “sfonda” idealmente il soffitto di una casa troppo claustrofobica per un musicista vivace e versatile come Mark Wade. Intents and purposes è permeato di inquietudine mentre l’atmosfera si alleggerisce in A Conspiracy of Lemurs, dove Wade si divide in 3 tra melodia, arpeggi e percussioni. Il video mostra all’inizio una scena paradossale: il protagonista è all’aperto ma si “isola” volontariamente, con smartphone e cuffiette per ascoltare la musica. In Blues in isolation il giro di basso incessante richiama l’idea del tempo che sembra non passare mai e delle giornate che si ripetono uguali durante il lockdown. Il maglione che il bassista indossa durante la performance si tinge di colore rosso o blu, spezzando la monotonia del bianco e nero del video: forse un segnale di vita nel grigiume della quarantena. Il risultato è un mix di sonorità seducenti e cupe al contempo.L’album si chiude con un duo, con la cover di Nothing like you interpretata insieme alla moglie Teri Leggio Wade.

Laura Mancini

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