RM – SAINT LOUIS COLLEGE: 35 ANNI E ANCORA VOGLIA DI NOVITÀ

Dal 12 al 16 Settembre, il Saint Louis College of Music ha festeggiato il trentacinquesimo anno di attività con una rassegna giovanissima in co-produzione con Auditorium Parco della Musica e il sostegno della Provincia di Roma. “Jammin’ 2011” ha ospitato 14 formazioni di straordinari musicisti, autori, compositori e interpreti d’eccellenza. A condividere il palco con le nuove proposte di musica jazz e pop d’autore, artisti di respiro internazionale come Gianluca Petrella, Fabrizio Bosso, Marcello Rosa, Javier Girotto…

L. Ferri – L. Panico foto F. Franceschini

Nel corso di questo 2011, nella Capitale i manifesti che annunciavano la ricorrenza erano ovunque: il Saint Louis College, diretto dal M° Stefano Mastruzzi e fondato nel 1976, è fra le più rinomate realtà didattiche musicali in Europa, con oltre 1.800 allievi provenienti da molteplici nazioni, che si iscrivono ogni anno, 120 docenti stabili di fama nazionale, corsi professionali di diploma triennali (più biennio di specializzazione con indirizzo jazz o rock-blues) per tutti gli strumenti, che comprendono circa 2.000 ore di lezioni fino ad arrivare, all’ultimo anno di studi, al progetto di diploma, vera e propria produzione artistica in cui l’allievo musicista progetta, compone, arrangia e produce in studio il suo primo lavoro discografico per l’etichetta Jazz Collection (etichetta discografica del Saint Louis per il Jazz e il Pop-Rock). Nel 2005 il College ha conseguito la Presa d’Atto del Ministero dell’Istruzione Università e Ricerca, la certificazione di qualità Iso 9001 e si è accreditata come agenzia formativa della Regione Lazio.

Se era nato come scuola di jazz, quindi, ne ha fatta di strada dal ’76 e può considerarsi ormai l’equivalente di un vero e proprio conservatorio, ma in questi ultimi mesi l’attenzione del centro ricerche del Saint Louis si è focalizzata nuovamente sul quel genere, per la pubblicazione di un libro fotografico sulla storia del jazz italiano, a cura di Adriano Mazzoletti, dal titolo “L’Italia nel Jazz”: circa 260 pagine suddivise in dieci capitoli con introduzione storico-sociale e didascalie di approfondimento. La foto più datata è addirittura del 1891. Il libro verrà presentato al pubblico presso l’Auditorium il 16 Settembre.

Le novità non finiscono: il Saint Louis ospita un centro studi e ricerche, diretto da Adriano Mazzoletti, per la conservazione e la digitalizzazione di vastissimi archivi sonori, dischi, incisioni e interviste inedite, video storici, al fine di rendere questo immenso patrimonio culturale fruibile da parte del pubblico, in particolare studenti e giovani musicisti, studiosi, appassionati, artisti e musicologi. Sempre in questi mesi si sta organizzando con la famiglia Piccioni la possibilità di aprire una prima parte del centro studi con tutte le partiture originali autografe, le registrazioni e altro materiale di proprietà di Piero Piccioni, noto al grande pubblico per le musiche dei film di Alberto Sordi.

Esistono tre sedi della scuola nel cuore di Roma e una nel centro di Brindisi avviata un anno fa: “L’università di Harvard e di Oxford non hanno decine di sedi in tutto il mondo, ma una principale con un paio di distaccamenti al massimo, perché per garantire la qualità ci vuole attenzione e controllo continuo e la qualità mai si sposa con la quantità.” Afferma il Direttore Mastruzzi nel portale della scuola “Da dodici anni dirigo il Saint Louis, ho accordato una sola apertura di un distaccamento a Brindisi, dopo tre anni di monitoraggio dell’attività e di formazione del personale docente, solo nel momento in cui ho ravvisato gli estremi per garantire la medesima qualità didattica della sede principale.”
Con tre studi di registrazione, 32 aule multifunzione, alloggi per studenti fuori sede situati nello stesso edificio della Scuola, ogni anno il Saint Louis assegna 60 borse di studio ad allievi particolarmente meritevoli e talentuosi per frequentare gratuitamente i corsi di diploma. Un centro di produzione interno si occupa di coltivare i giovani talenti e guidarli attraverso una originale produzione artistica nel mondo del lavoro, promuovendone l’attività con concerti nei principali festival e live club italiani. Tra gli eventi jazzistici prodotti ci sono il Jazz’s Cool e European Jazz Contest. Inoltre il Saint Louis college è anche editore del free-press di attualità musicale Music in.
Esiste la possibilità di personalizzare il proprio piano di studi, scegliendo i corsi da frequentare e i propri docenti, laboratori e corsi complementari, senza necessariamente seguire l’intero percorso di diploma, particolarmente indicati per musicisti avanzati in cerca di specializzazione e perfezionamento stilistico, principianti che vogliano semplicemente avviarsi allo studio di uno strumento, adulti appassionati musicisti, che debbano conciliare la musica con i propri impegni professionali, chi lavora o risiede fuori Roma, optando per una frequenza quindicinale.  Tutte le lezioni di strumento e canto sono individuali ed è possibile a richiesta frequentare lezioni collettive in classi di 2-3 persone. “Credo che una grande scuola di musica quale il Saint Louis sia come una bottega di artigiani, dove si formano i talenti di domani, dove il docente ha una propria personalità artistica e il diritto di guidare l’allievo, verso gli obiettivi che la Scuola ha fissato, nella maniera a lui più consona e naturale. Ho sempre avuto orrore delle metodologie lezione per lezione. Ogni insegnante è naturalmente diverso dall’altro, proprio come ogni allievo è diverso dall’altro. Ciascuno ha i propri tempi di apprendimento, le proprie difficoltà e i propri gusti musicali che vanno rispettati, assecondati, alimentati e stimolati verso una crescita creativa e una maturazione tale da consentire a quell’allievo di diventare, domani, un professionista vero e unico” ha dichiarato ancora il Direttore.
L’offerta didattica è davvero ampia. Già solo in ambito jazz, ci sono laboratori su: Jazz standards, Jazz & Blues, Samba Jazz, Jobim, Wes Montgomery, Jazz No Limits, Wayne Shorter, Latin & Modern Jazz, Jazz Combo, Modal Jazz e oltre, Mingus, Trio per cantanti, Pat Metheny, Jazziní Progress, Chick Corea, Miles Davis, Horace Silver e Keith Jarrett “Non abbiamo bisogno che lo Stato o una Scuola estera convalidi il nostro lavoro o ci spieghi come fare. Lo abbiamo sempre fatto, e molti di quelli usciti dal Saint Louis ora insegnano proprio in quei Conservatori che tanto ci osteggiano, ma ovviamente non hanno un titolo riconosciuto, bensì competenze serie e professionalità.
Da anni, comunque, il Saint Louis ha avviato il procedimento per il riconoscimento universitario dei propri corsi di diploma, la domanda è stata accettata ai primi del 2011 e attualmente è in valutazione presso le Commissioni ministeriali, il Consiglio Nazionale Alta Formazione Artistica e Musicale e presso il Comitato Nazionale di Sviluppo Universitario” sottolinea il M° Mastruzzi pensando a chi riconosce maggiore valore all’attestato di frequenza rilasciato dalle strutture pubbliche dello stesso ambito in Italia.
E in occasione di questo anniversario, lo staff docenti si è arricchito di nuove figure, infatti per quanto riguarda il canto è tornata Maria Grazia Fontana mentre si sono aggiunti Marco Rinalduzzi e Francesco Basile per chitarra e batteria rock, Stefano Senesi per le lezioni di pianoforte e Claudio Corvini ed Emaniele Melisurgo rispettivamente per tromba e sassofono.
Artisti di tutto il mondo hanno contribuito negli ultimi 35 anni alla didattica con incontri e seminari, fra cui Pat Metheny, Dizzy Gillespie, Maurizio Giammarco, Roberto Gatto, Danilo Rea, Enrico Rava, Larry Grenadier, Jeff Ballard, Lee Konitz, Paolo Fresu, Joe Pass, Scott Henderson, Mike Stern, Joey Calderazzo e molti altri.

Con la ricorrenza del trentacinquesimo anno di attività, il Saint Louis ha pubblicato inoltre un eccezionale libro fotografico, a cura di Adriano Mazzoletti, “L’Italia del Jazz”. Presentato lo scorso 16 Settembre presso l’Auditorium Parco della Musica di Roma, a chiusura del Festival Jammin’ 2011, l’album ripercorre la storia del jazz italiano dalla fine dell’Ottocento fino ai giorni nostri, con immagini inedite provenienti dal suo straordinario archivio personale. Parteciperanno alla presentazione al fianco di Adriano, Piero Angela, Enrico Pieranunzi, Marcello Rosa, Stefano Mastruzzi.

«Adriano Mazzoletti ci ha sempre accompagnato alla scoperta del mondo del jazz, con i suoi programmi radiofonici, i suoi racconti televisivi, le sue produzioni discografiche, i suoi libri. Con un entusiasmo e una semplicità narrativa straordinari, propri di chi ha personalmente vissuto e condiviso la storia che racconta. Ora, con “L’Italia del jazz” Mazzoletti ci spalanca le porte su un mondo formidabile, ripercorre la nascita e lo sviluppo del jazz italiano e dei suoi protagonisti con immagini straordinarie, molte inedite, altre dimenticate, alcune scattate da noti fotografi. Senza retorica, ma con la stessa emozionata partecipazione di una narrazione popolare, con la quale si raccontano aneddoti e avventure di personaggi lontani» Stefano Mastruzzi.
Laura Mancini

Potrebbero interessarti anche...