LA COMPAGNIA LABIT PRESENTA “100 ANNI IN UN MESE”

La Compagnia Teatrale Labit ha dato il via Sabato 9 Gennaio 2010 alle 18.30 presso il Teatro Due di Roma alla commemorazione del Centenario di Ennio Flaiano (nato il 5 Marzo 1910) con l’interessante conferenza “La conversazione continuamente interrotta: Flaiano tra diario e palco”, per inaugurare un mese di eventi che proseguiranno con il progetto “100 anni in 1 mese” fino al 7 Febbraio 2010.
La Compagnia ha già avuto occasione di omaggiare Flaiano in passato, a 30 anni dalla morte (avvenuta 20 Novembre 1972) con uno spettacolo (Con i piedi fortemente poggiati sulle nuvole) e un cortometraggio (Passi – Ennio Flaiano cittadino di Montesacro); grazie al loro lavoro è stat intitolata all’autore la Biblioteca “Ennio Flaiano” (in via Monte Ruggero a Roma) e venne affissa una targa presso l’abitazione romana di via Montecristo, nel quartiere Montesacro. Labit è tornata poi a mettere in scena “La guerra spiegata ai poveri” nel 2005 ed approda ora a questo grande tributo con tre appuntamenti importanti: la conferenza il 9 Gennaio, una nuova edizione de “La guerra spiegata ai poveri” in scena dal 12 Gennaio e “Chi mi ama mi preceda”, dittico che affianca i due atti unici “La donna nell’armadio” e “Il caso Papaleo”, in scena dal 26 Gennaio 2010.
Il progetto si presenta nel suo insieme come occasione per il pubblico più giovane per conoscere uno dei più grandi autori del secolo scorso, ottimo osservatore dei vizi e delle virtù del popolo italiano.
La serata di Sabato 9 Gennaio è presentata dalla conduttrice Ileana Linari e la sala affollata del Teatro Due vede come protagonisti degli ospiti d’eccezione: due personaggi dello spettacolo che hanno conosciuto Ennio Flaiano, ovvero Giovanni Russo e Bruno Rasia, con le loro testimonianze, il regista ed interprete Marco Maltauro, che lo ha rappresentato, Giuseppe Manfridi, estimatore di questo grande autore, Antonella Ottai docente dell’Università “La Sapienza” di Roma, che lo ha studiato ed in fine la straordinaria partecipazione di Roberto Herlitzka che ha letto un passo da “Un Marziano a Roma”.
La Compagnia apre la serata dichiarando che l’intenzione non è tenere una conferenza, ma che piuttosto ne emerga una conversazione che coinvolga gli ospiti per una riflessione collettiva su Flaiano. Ad introdurre i presenti è Gabriele Linari «Ho scelto di coinvolgere personaggi che hanno puntellato tanto la storia di Ennio Flaiano quanto il mio percorso teatrale» e passa la parola così, a Giovanni Russo che condivide con noi il ricordo del primo “incontro” con l’autore, quando presso la sua città natale, Potenza, era intento con la sua compagnia di allora a studiare il testo di “La guerra spiegata ai poveri”: «Fummo tra i primi a rappresentare quel testo nel 1946  al Teatro Stabile, proprio dopo la fine della guerra, un periodo caratterizzato da un ricordo vivo degli avvenimenti bellici, in cui la spiccata ironia di Flaiano sull’argomento colpiva molto». È poi il turno di Manfridi, noto autore teatrale e cinematografico: «Non ho conosciuto Flaiano di persona ma mi è stato raccontato da persone che amavo, prima di tutto da Gassman, ed è così che il mio rapporto con l’autore è stato di grande affettuosità».
«La prima volta che ho affrontato lo studio e la messa in scena de “La conversazione continuamente interrotta” sono partito entusiasta e convinto, ma poco a poco ho cominciato ad incontrare grandi difficoltà» racconta Maltauro «Ho avuto l’impressione che nei suoi testi Flaiano ad un tratto “boicotti” se stesso. Nel corso del lavoro ci si accorge che qualcosa non funziona, che in realtà proprio l’autore non funziona…» e Linari concorda affermando «Mi si apre il cuore nel sentire queste parole: ho riscontrato anche io che c’è qualcosa di Flaiano che evidentemente rimane lì, sulla pagina, piacevolissimo da leggere ma difficile da rendere sul palco».
Sono ancora molti gli interventi in quella che davvero scorre gradevole come una conversazione e l’ultimo aneddoto ce lo racconta Rasia: «Flaiano, si sa, lavorava per “appunti” ed era piuttosto disordinato in questo. Ricordo un giorno in cui lo incontrai agitatissimo a casa sua perché non trovava più delle sue carte e diceva che Fellini doveva essersene appropriato una volta in cui era passato a casa sua e aveva frugato fra le sue cose! Anche quando mi capitava di andare in macchina con lui, di tanto in tanto ricordo che si fermava per segnare qualche appunto e poi ripartiva…».
La serata si chiude con una lettura improvvisata che vede insieme gli interpreti della Compagnia Labit e Roberto Herlitzka.
Laura Mancini

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