Sabato 16 Gennaio alle ore 22 la Sala Pintor di Roma ha ospitato Cinzia Aloisi e Alessio Contorni per un’ora di piacevole musica soul/jazz/gospel.
I due si presentano in modo spontaneo e spiritoso, chiacchierando tra di loro mentre accennano brevemente qualche pezzo per accordarsi sul programma, fingendo di non sapere che li ascoltiamo, intonando poi, brevemente e a sorpresa “Tell me more” del film Greese per catturare la nostra attenzione. Annunciano, quindi, ufficialmente che la loro performance sarà piuttosto improvvisata, una jam session che prevede che il pubblico scelga un numero corrispondente ad un brano del loro vasto repertorio, che loro eseguiranno di volta in volta, come con una sorta di juke box vivente – ma probabilmente si tratta di uno scherzo per intrattenerci e le canzoni le scelgono loro.
È così che per iniziare interpretano “Just a closer”: la cantante ci mostra subito una voce acuta, potente, dotata di una timbrica calda e particolare, trascinante.
Contorni al pianoforte elettrico è disinvolto e poliedrico, capace di improvvisare e giocare; con la voce fa da buon supporto e controcanto alla Aloisi. C’è da dire che quando viene lasciato solo a cantare, non sempre indovina le intonazioni, “rischia” un po’ con gli acuti, è irregolare nel controllo della potenza ed ha un’impostazione forse più adatta ad un repertorio da “pianobar” di musica contemporanea che non al canto gospel (a tratti ricorda persino Elton John).
I due inframmezzano l’esecuzione dei brani con battute di spirito che ci fanno sorridere ed accogliere a cuore aperto lo spirito giocoso della serata. Ma pur non “prendendosi sul serio”, Cinzia Aloisi quando canta fa davvero sul serio e propone un repertorio di grande presa sul pubblico e di alto livello. “Sometimes I feel like a motherless child” viene presentata, al contrario delle altre, con un pizzico di serietà in più, ricordandone le origini ed il significato particolarmente sentito dalla cantante, che la intona con passione; i virtuosismi della Aloisi sono ancor più penetranti. Si prosegue col famoso gospel “Go down Moses”, mentre in “Joshua” interviene una amica del duo presentata solo come Virginia, che viene chiamata sul palco: in questo pezzo a tre, Alessio Contorni si lancia in uno scat finale ed il risultato è vario, ritmato e divertente.
Il gran finale ci regala un “Happy Day” che porta sul palco come coro la compagnia dei Fools (che cura la direzione artistica di questa sala) con una sorprendente Giulia Nervi ai controcanti.
Laura Mancini