Dal 19 gennaio, Nerone torna a incendiare la Capitale

Dopo la tournée in varie città d’Italia nel 2015, dal 19 al 31 Gennaio 2016 lo spettacolo “Nerone duemila anni di calunnie” di Edoardo Sylos Labini, liberamente tratto dall’omonimo saggio di Massimo Fini, drammaturgia Angelo Crespi, va in scena al Teatro Quirino di Roma. Stretto tra il destino di comandare e il desiderio di essere semplicemente un artista, nei brevi anni di impero Nerone si contraddistinse per unire alle doti dello statista, la visionarietà del tiranno illuminato. Amato dalla plebe, per la sua tenace politica riformatrice, per la sua volontà di comandare “per il popolo” e non solo “in nome del popolo” come voleva
il trito rito della Repubblica, era odiato dalla aristocrazia e consigliato da personaggi invischiati nei giochi di una corte in costante lotta per il potere.
Per questo la vita dell’imperatore assume i contorni della metafora sul potere, che da sempre irretisce le menti migliori, fuorvia la ragione e i cuori.   Sullo sfondo di una Roma bruciata da un incendio, di cui Nerone verrà accusato ingiustamente di essere il mandante, viene rappresentato l’incubo dell’Imperatore, la notte prima della sua morte e lo spirito combattuto tra la possibilità di fuggire dalla congiura dei suoi senatori o la scelta di uccidersi per mano propria. Il protagonista rivive le presenze più ingombranti della sua vita: l’ossessiva madre Agrippina, assetata di potere che, grazie ad una serie di delitti, gli apre le porte dell’Impero a soli 17 anni; l’illustre filosofo Seneca, moralizzatore dei costumi di Roma e scaltro opportunista che, diventato suo maestro, cerca di influenzarne ogni scelta; la bellissima seconda moglie, la giovane e civetta Poppea con la quale condivide l’amore per l’arte e la passione per la Grecia; l’amico di bagordi Otone, governatore della Lusitania ed ex marito di Poppea che congiura alle sue spalle per gelosia ed infine il viscido Fenio Rufo, ruvido Prefetto del Pretorio, vero capo della rivolta di quella élite economica ed intellettuale contro la quale Nerone combatté durante i 14 anni del suo regno. Tra i marmi della Domus Aurea, il suo palazzo imperiale, attorniato da un’eccentrica corte di mimi, musicisti e ballerine, vediamo un Nerone tormentato, molto distante da quell’uomo spregiudicato che la storiografia ha sempre descritto.   Si scopre, quindi, da una nuova prospettiva un personaggio che ha dovuto subire, per mano degli storici antichi e di tutti quelli che hanno scritto su quella falsariga, una damnatio memoriae solo per certi versi comprensibile. Nerone si macchiò di delitti efferati ma non in misura maggiore degli imperatori che lo precedettero o seguirono.   Mercoledì 27 Gennaio, dopo la rappresentazione pomeridiana, alle ore 19.00, ci sarà un incontro presso il Teatro Quirino con Massimo Fini, autore dell’omonimo saggio e Angelo Crespi autore della drammaturgia.  

Con Edoardo Sylos Labini, Sebastiano Tringali, Dajana Roncione, Giancarlo Condè, Gualtiero Scola, Paul Vallery, con la partecipazione di Fiorella Rubino e con gli attori della Fonderia delle Arti.

Laura Mancini

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