La variegata offerta di Jazz Club a Pechino
Se Shanghai è la città della Cina che più si è mostrata aperta nei riguardi dell’Occidente, sia consentendo l’accesso di turisti stranieri al suo interno, sia lasciando che la cultura del luogo e i modi di vivere venissero contaminati ed arricchiti dall’introduzione di nuove forme d’arte, la stessa “capitale del Nord”, ovvero Pechino, centro politico della Nazione oltre che città protagonista di sviluppi in ambito culturale e scientifico fin dalla costituzione della Repubblica Popolare Cinese, non è stata da meno nel mostrare uno sguardo attento nei confronti della musica prodotta in Europa e Stati Uniti.
A Pechino il jazz club è vissuto non solo come ritrovo per appassionati di questo genere musicale ma anche come luogo ideale per rilassarsi e in alcuni casi persino per ballare. Non di rado si ha occasione di ascoltare musicisti che, oltre ad una strumentazione tipicamente jazzistica, utilizzano strumenti tradizionali cinesi che aggiungono sonorità inedite ed affascinanti nella rilettura di classici e standard. Questo dimostra che i giovani che in Cina si avvicinano allo studio di un genere musicale nato in Occidente non si limitano ad imitare i musicisti da cui ha origine il jazz rinnegando il patrimonio culturale e musicale cinese e piuttosto permettono al genere di evolversi, in una interessante commistione di tradizioni.
Il piccolo CD Jazz Café, situato accanto allo Sheraton Hotel della Grande Muraglia, è considerato il pioniere per aver introdotto performance jazz dal vivo nella scena cittadina notturna e al suo interno si è riusciti a ricreare un classico ambiente da ascolto di musica jazz, intimo e con luci soffuse. Ammobiliato con semplici tavoli di legno, alle sue pareti dipinte di nero sono appese fotografie di musicisti famosi mentre vari strumenti musicali sono disposti qua e là. I concerti si tengono dal giovedì al sabato sera. Il manager del CD Jazz era fino a qualche tempo fa il sassofonista Liu Yuan; formato dai genitori musicisti specializzati in musica popolare, dopo aver suonato con Cui Jian, il padre del rock cinese, si è dedicato al jazz, influenzato dall’ascolto di John Coltrane e Miles Davis, quando questo era ancora considerato un genere “borghese”. Abbandonato il suo primo progetto di successo al CD Jazz Cafè, Liu Yuan ha avviato in seguito la gestione dell’East Shore Live Jazz insieme a Huang Lee.
L’East Shore Live Jazz ha guadagnato un’ottima fama grazie alla partecipazione sul palco di grandi artisti internazionali (anche italiani). La musica dal vivo c’è dal giovedì alla domenica e in alcuni casi si può assistere a delle jam session in cui si esibiscono insieme musicisti di diverse nazionalità. Gli organizzatori danno talvolta l’opportunità ad ospiti occasionali, artisti talentuosi anche non conosciuti, di unirsi alla band sul palco per un’esibizione. Il club si trova all’interno di una saletta accogliente a forma di L col soffitto inclinato sormontato da una soffitta/galleria, arredamenti in legno scuro, sedie nere da ufficio, candele ovunque e una vista panoramica che affaccia sull’Houhai e sul lago Qianhai. Al momento i prezzi delle consumazioni si mantengono accessibili e non c’è music charge. A Pechino come a Shanghai, molti jazz bar si sono diffusi in contesti più esclusivi ed eleganti, all’interno degli alberghi.
L’Aria Jazz And Wine Bar ad esempio, si trova nella lobby del China World Hotel; offre una vasta selezione di vini e un menu raffinato di cucina europea e la musica dal vivo è di buon livello ma considerata probabilmente solo una sorta di accompagnamento. All’Hilton Beijing Wangfujing Hotel, distante 10 minuti da piazza Tiananmen, la sera tardi si può ascoltare la band locale Casablanca Jazz Trio, mentre differente è la filosofia del Banana, articolato su due livelli all’interno del Scitech Hotel; con le sue numerose sale decorate ciascuna in uno stile particolare, è una discoteca che nell’ambito della stessa serata varia le selezioni musicali dal jazz alla techno, dalla dance all’elettronica; occasionalmente il club ospita performance dal vivo ed è spesso frequentato da notorietà di Pechino.
Una menzione merita in fine il Festival Jazz di Pechino, il primo evento di grandi dimensioni riguardante questo genere musicale ospitato dalla città a partire dalla sua prima edizione nel 1993, organizzata dal tedesco Udo Hoffmann che risiedeva all’epoca in Cina. Le edizioni si sono susseguite annualmente fino al 1999 per poi riprendere con quella del 2007 che ha visto coinvolte nell’organizzazione la Beijing Midi School of Music e la Beijing Midi Productions. Anche in questa occasione, i musicisti accolti sono tanto cinesi quanto jazzisti di provenienza internazionale e in alcuni casi, di fama mondiale.
Laura Mancini (Pubblicato su Jazz Colours, anno 2011)