Il jazz e le sue evoluzioni a Berlino
Simbolo del progresso e delle avanguardie, Berlino negli ultimi anni è diventata un punto di riferimento per l’apertura dimostrata nei riguardi di eventi artistici e per le innovazioni qui sperimentate in ambito musicale. La capitale tedesca è ormai una metropoli che non dorme mai: vi si trovano ristoranti e locali aperti giorno e notte, night e discoteche si riempiono non prima di mezzanotte, alcuni pub e caffè non chiudono mai e molti musei si possono visitare fino a tardi. I locali della Berlino Ovest sono tendenzialmente molto classici, quelli della Berlino Est sono più alternativi e originali: nella maggior parte di essi si suona musica dal vivo. Anche per quanto riguarda il jazz, molti club della città sono attenti alle ultime proposte musicali e spesso i jazzisti sono ospitati insieme a performance di altri generi.
Nel leggendario club Kunstfrabrik Schlot, la “casa del jazz” nel quartiere centrale di Mitte, ad esempio, la programmazione affianca musica dal vivo e cabaret. Il Quasimodo, altro locale storico di Berlino, garantisce da sempre ottime esibizioni live e al jazz mescola, blues, latin e funk. Il Bohannon Club è in posizione molto centrale, a metà strada tra Hackescher Markt ed Alexanderplatz e propone serate di funk, soul, raeggae, boogie ed hip-hop. L’Aufsturz dedica il week end al jazz sia tradizionale che influenzato dall’elettronica, mentre durante il resto della settimana vi si possono ascoltare rock, folk e cantautori. Nel cuore della Berlino turca del quartiere di Kreuzberg si trovano il Junction Bar, considerato da molti la patria dei live jazz, rock, blues e funk ed il Möbel Olfe che alterna serate di musica con dj ad altre con band dal vivo, variando dall’elettronica al funky-jazz; il nome deriva dalla funzione che aveva precedentemente di magazzino di mobili economici. Sempre a Kreuzberg, nel Görlitzer Park c’è l’Edelweiss: se i dj mixano reggae, techno, electro/minimal, house e drum ‘n’ bass, anche le serate jazz in cantina non sono una rarità e l’entrata costa solo due o tre euro.
Nello stesso quartiere, sulla Yorkstrasse, si dà invece spazio al jazz più tradizionale allo Yorkschlösschen: situato in edificio storico, in una zona della città caratterizzata da ampi viali alberati, da più di 30 anni è uno dei tempi delle esibizioni jazz a Berlino, tanto di artisti noti quanto emergenti, a cui si può assistere almeno 3 sere a settimana. Il jazz club A-Trane vanta ospiti come Herbie Hancock, Wynton Marsalis, Nina Hill e Alice Coltrane e a Tiergarten c’è il raffinato Harry’s New York Bar, locale gemello del famoso bar veneziano; al contrario, gli artisti locali possono esibirsi in contesti più alla mano come il Be Flat, un piccolo bar tra Mitte e Prenzlauerberg molto frequentato nel week end o il Theaterkapelle, una ex cappella nel quartiere di Friedrichshain in cui ogni mercoledì si esibiscono musicisti professionisti e semplici studenti attirando un pubblico sempre più numeroso.
Intorno ai primi di Novembre, poi, Berlino ormai da 47 anni si trasforma nella città del jazz con il Berlin Jazz Fest, cinque giorni di festival dedicati alla sonorità del jazz contemporaneo con importanti ospiti internazionali e tanti eventi collaterali tra jam session, workshop ed incontri con il pubblico, che hanno reso questa rassegna una delle più rinomate a livello internazionale dedicate al jazz. Fondato nel 1964 dalla Berliner Festspiele, originariamente fu chiamato Berliner Jazztage e si svolgeva a Berlino Ovest. Tra circa 30 ensembles e 250 musicisti, ospiti d’eccezione della scorsa edizione diretta da Nils Landgren sono stati l’improvvisatore Denis Colin, il nuovo talento Céline Bonacina al sax baritono, la pianista Cecilia Persson (Paavo) e la cantante irlandese Christine Tobin. Ma anche le differenti generazioni del jazz tedesco sono state rappresentate, ad esempio, da Emil Mangelsdorff e dal pianista d’avanguardia Joachim Kühn o dal trio del suo acclamato collega Pablo Held. Per l’occasione si sono potute ascoltare insieme un’orchestra come quella macedone Kočani e la banda Municipale Balcanica.
Tra gli artisti internazionali che hanno partecipato in passato McCoy Tyner con Ronnie Burrage e Avery Scarpe, Lina Nyberg, Denny Zeitlin, Peter Brotzmann, Bennie Maupin Quartet, Phil Woods con Sheila Jordan. Ma non sono mancati gli italiani: Enzo Favata e Daniele Di Bonaventura hanno partecipato, ad esempio, con il loro progetto Inner Roads. Se già nei secoli passati Berlino era considerato uno dei centri musicali della Germania, si può dunque ben dire che questa città influenza tutt’ora le culture musicali estere grazie al suo impegno nella promozione delle arti e alle possibilità di lavoro che offre ai musicisti, attirando giovani artisti provenienti da altre nazioni che evidentemente non stanno al passo della metropoli tedesca.
Laura Mancini
(Jazz Colours, anno 2010)