Mauro Zazzarini, Step by Step e non solo
Il 4 Agosto 2010 presso l’Area Eventi allestita accanto al palazzo del Comune di Sabaudia per allietare le serate della stagione estiva, si è svolta la finale della seconda edizione del Premio Cultura Sabaudia che ha decretato vincitore il testo edito da Chiarelettere “La Cura” di Michele Ainis. A conclusione dell’evento, alle ore 22, il sassofonista Mauro Zazzarini col suo quartetto formato da Andrea Beneventano alle tastiere, Elio Tatti al contrabbasso e Gianpaolo Ascolese alla batteria non è mancato al suo appuntamento ormai annuale col pubblico estivo di Sabaudia, per presentare il suo ultimo album “Step by Step”, fortemente influenzato dall’ascolto di John Coltrane, ma anche per rileggere alcune delle composizioni a cui il quartetto è più legato.
Il concerto si apre con “Blue summer bossa” che permette all’ensemble di scaldarsi e si prosegue con l’hard bop in stile newyorkese di “Come on brothers”, brano spedito e brillante caratterizzato dal tintinnare sui piatti di Ascolese e dal fraseggio cristallino e moderno di Beneventano alle tastiere che apporta anche sonorità fusion. Il lento “It’s impossible but for you?” ci porta in atmosfere più meditate e romantiche e viene chiuso con un’efficace vibrato dell’archetto su contrabbasso. La title track dell’album, invece, è una composizione giocata su tempi fast in cui tastiere, contrabbasso e batteria elaborano un impasto sonoro che suggerisce inquietudine e mistero.
Mauro Zazzarini è spesso protagonista delle esecuzioni col timbro asciutto, privo di sfumature e swing e spesso sporcato sugli acuti del suo sax tenore Begli scambi con la batteria caratterizzano l’intera serata.
La performance non verte solo sulla presentazione di “Step by Step” ma ci propone anche le atmosfere incantate della ballad “Moons” estratta dall’omonimo album, mentre da “Tomorrow Chicken” il quartetto estrae oltre alla title track, “Esme” sostenuto da Tatti col suo giro di basso slappato energicamente, in cui apprezziamo un estroso assolo del batterista che realizza coi charleston effetti funk e la sonnacchiosa “Slow light”. Zazzarini imbraccia il contralto per omaggiare Lou Donaldson e la tradizione bebop e per l’occasione il sassofonista si fa più fluido e melodioso.
Laura Mancini