“ELEVEN”, DISCO D’ESORDIO PER I “WENDY?!”, RBL MUSIC ITALIA

Con l’album “Eleven” i Wendy?! fanno il loro esordio nel mondo discografico italiano ed internazionale, lanciati da RBL Music Italia e Edel Italia con un progetto fresco, fruibile e di impatto immediato.

La voce del cantante non sembra avere una vera impostazione tecnica, ma forse proprio per questo appare sincera e ribelle e colpisce fin dalle prime battute: Lorenzo Canovacci predilige tonalità basse e questa particolarità, associata ad una timbrica graffiante, conferiscono un carattere virile alla sua interpretazione.

Ricorda ora Frank Zappa, ora Jim Morrison; se questo, in parte, contribuisce a portarci indietro agli anni ’60/’70, le sonorità alternative rock in cui veniamo proiettati, invece, rievocano facilmente atmosfere tipiche di gruppi come i Green Day o gli Oasis.
Si comincia con la lenta apertura romantica della chitarra elettrica – accompagnata da Andrea Giuliano e Moreno Maugliani alla sezione ritmica – di “How do you sleep at night?”; dopo la ripetizione della strofa, uno stop time precede l’“esplosione” del tema principale, più aggressivo, in cui la melodia, orecchiabile, mescola romanticismo e rabbia. Canovacci alla chitarra si lancia nel primo dei suoi assolo, ricorrenti in ogni brano, poggiato sulla base ritmica.
“Bed of nails” conquista per la varietà delle soluzioni ritmiche, dall’effetto travolgente. La strofa malinconica, sospirata da Lorenzo Canovacci, è seguita dal bridge – sostenuto con enfasi da Moreno Maugliani alla batteria – la cui la melodia ha un atteggiamento provocante, per proseguire con un breve tema risolutivo in cui il coro accompagna la voce principale; l’assolo della chitarra elettrica in questo caso assume toni più drammatici. Il ritornello di “Not so bad” ripropone più volte la stessa semplice sequenza di accordi, in modo quasi cantilenante, entrando subito in testa all’ascoltatore. Il tono ironico e disimpegnato della strofa è spezzato da quello ribelle del bridge.
Compie qualche sforzo in più, il cantante, in “I’m not scared”, per star dietro al ritmo fast del brano rock, urlando, come in un coro da stadio, il ritornello; veste, invece, alla perfezion i panni country di “U.L.”, accompagnato dal ritmo galoppante di Suro ai tamburi.
“About Wendy” presenta nelle prime strofe un arrangiamento essenziale dove il ritmo è scandito dalle corde stoppate della chitarra elettrica, mentre la melodia sognante del ritornello viene cantata in coro. Dal rock allegro di “Gimmie a break” si passa al rumoroso e trasgressivo “All work and no play”, il cui tema principale è intonato prima come un inno, amplificato dall’elettronica, poi quasi come il grido di un gruppo di manifestanti, distorto dai microfoni per sfociare nell’heavy metal.
“Gotta leave” è una composizione articolata in tre diverse fasi. La lenta melodia delle prime strofe è accompagnata da accordi e variazioni della chitarra elettrica, dai toni dolci. Con una sequenza di accordi che richiamano “Come together” dei Beatles, si cambia registro e ritmo, volgendo al rock più deciso del bridge, intonato come un grido rabbioso in coro. Si procede, poi, verso il finale, con la continua ripetizione delle parole “Take me to the train on time”.
Si chiude con due lenti: “At the back door” parte con gli accordi malinconici di chitarra e lo sfrigolio sui piatti, creando suspense. La melodia intonata dal cantante è amplificata da un’eco e si conclude con una lunga fase strumentale, triste e sognante; “Driftin’” ha un atteggiamento più positivo, i contro canti delicati dei cori trascinano l’ascoltatore in un immaginario viaggio in luoghi lontani ed indefiniti, finché non irrompe il frastuono della batteria ed il grido punk del cantante, alterato dal microfono. Le tracce delle chitarre elettriche, molto distorte, si sovrappongono ed anche in questo caso si termina con una lunga chiusura strumentale, stavolta rumorosa e giocosa.
Concluso il brano numero 11, si sentono dei passi di stivali da cow boy e si scopre una traccia nascosta in stile rock ‘n’ roll, “anticata” anche nel sonoro.
Laura Mancini

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