“Liolà” giocato su suoni e musica al Teatro Quirino

Tutta la confusione, il chiacchiericcio, il pettegolezzo delle donne, ci accolgono introducendoci efficacemente nelle dinamiche del paese in cui è ambientata l’azione. Sembra giocato molto sull’alternanza di suoni, questo Liolà diretto dal 4 al 16 febbraio 2020 al Teatro Quirino di Roma da Francesco Bellomo. Il chiasso, le grida, l’agitazione, si alternano alla musica e all’armonia del canto del protagonista. Mentre i primi simboleggiano uno spaccato di società caratterizzato da intrighi, vendette incrociate e brama di benessere materiale, il secondo è diretta rappresentazione dell’unico personaggio che non ha alcun attaccamento alle cose materiali e che dà voce alla sua personalità più viva e autentica, indifferente alla forma che la società gli vorrebbe imporre.

Si assiste a una farsa che si ricollega ai drammi satireschi dell’antica Grecia. La prima impressione è che la gioia di vivere, la spensieratezza della commedia, prevalgano su qualsiasi tipo di complicazione intellettualistica: si ride molto, ci si diverte e i personaggi sono tutti spassosi. Dietro questo superficiale divertimento, però, il pubblico può percepire – grazie alla potenza di questo testo sempre attuale di Pirandello, nonché all’abilità della regia e degli interpreti – un’analisi molto più profonda e psicologica dei personaggi e una critica dello stesso autore.

Mentre tutti appaiono gretti e presi dai loro personali egoismi, Liolà, considerato ufficialmente il trasgressore delle regole e chiamato da tutti “pazzo” e “mostro”, è l’unico mosso da un senso di giustizia vero, che lo porta a infrangere le “regole” della moralità comune. Proprio colui che appare il “colpevole”, il trasgressore delle norme sociali, è invece l’unico capace di una forma di giustizia e generosità.

Attraverso quel chiacchiericcio e pettegolezzo che anima le divertenti discussioni dei protagonisti, ci accorgiamo di come ognuno riporti la sua versione e la sua visione delle cose. Il tema tipicamente pirandelliano dell’impossibilità per gli uomini di conoscere la realtà in quanto proiezione soggettiva della personalità di ciascuno e del ruolo sociale che ognuno ha, torna in questi momenti come nel personaggio di zio Simone. Interpretato magnificamente da Enrico Guarneri, zio Simone riconosce come figli due bambini che in realtà non sono suoi ma che a lui appaiono come sua progenie. Si rende quindi complice dell’intrigo organizzato da Tuzza e da zia Croce – una fantastica Anna Malvica, che catalizza l’attenzione degli spettatori con la sua caratterizzazione del personaggio.

Note sull’opera e sull’adattamento

La commedia Liolà, scritta da Luigi Pirandello in lingua siciliana nel 1916, fu rappresentata per la prima volta il 4 novembre dello stesso anno al Teatro Argentina di Roma. All’inizio pubblico e critica avevano molte difficoltà a comprendere i dialoghi e per tal motivo l’autore, nel 1927, inserì nel testo una traduzione in italiano della commedia. Nella messa in scena diretta da Francesco Bellomo, gli anziani si esprimono con cadenze dialettali più accentuate rispetto ai personaggi giovani.

La sceneggiatura trae spunto dal quarto capitolo del “Fu Mattia Pascal” che si svolge tra il 1870 e l’inizio del Novecento e dalla novella “La mosca”. In questo adattamento teatrale si è scelto di ambientare l’azione a cavallo dei primi anni ‘40 e la scenografia evocativa ed efficace, richiama il borgo marinaro di Porto Empedocle.

Il testo ricorda, per certi versi le tematiche di Verga, caratterizzate dalla brama di possesso per le ricchezze materiali, per la terra, per la “roba”.

Pur non trattandosi di una commedia musicale, inoltre, poiché il protagonista Neli Schillaci, detto Liolà, è portato alla poesia e al canto, nello spettacolo si esprime spesso in canzoni che inframmezzano la prosa. Giulio Corso, nel ruolo di Liolà, incanta tutti con le sue abilità canore da interprete di muscial o piuttosto di operetta.

Regia: Francesco Bellomo

Con: Giulio Corso (Liolà), Enrico Guarneri (Zio Simone), Roberta Giarrusso (Tuzza), Alessandra Ferrara (Mita), Margherita Patti (Zia Gesa), Alessandra Falci (La Moscardina), Sara Baccarini (Luzza), Giorgia Ferrara (Ciuzza), Federica Breci (Nela), Nadia Perciabosco (Zia Ninfa), Anna Malvica (Zia Croce)

Musiche: Mario D’Alessandro e Roberto Procaccini

“Liolà” di Luigi Pirandello

Teatro Quirino – Roma

Dal 4 al 16 febbraio 2020

Da martedì a sabato ore 21, domenica ore 17, giovedì 6 febbraio e giovedì 13 febbraio ore 17, mercoledì 12 febbraio ore 19, sabato 15 febbraio ore 17 e ore 21.

Laura Mancini

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