Intervista agli Acoustika Pop Trio

 

 

Il quartiere romano di Prati non è nuovo alle iniziative di associazioni e circoli culturali in ambito musicale ed artistico. Nei pressi di via Cola di Rienzo, il The Place ed il Fonclea sono ormai locali storici le cui serate sono animate per lo più da ospiti abituali; a Borgo Pio da poco più di un anno, Galleria Piano B, dopo essersi fatto notare per l’originale arredamento all’insegna del riciclo, ha creato serate dedicate alla musica improvvisata. Nella zona di via Candia, l’Alexander Platz è noto come uno dei posti “sacri” alla musica jazz; il bistrot Zen.0 ha tentato di affiancare all’attività enogastronomia, un paio di stagioni fa, performance musicali acustiche come anche l’hotel Franklin.

L’anno scorso, in fine, ha riaperto i battenti anche il Mr. Godot, che oltre a proporre mostre d’arte, presentazioni di libri e buona cucina, ha riservato il week end alla music live.

Il Magazine Jazz Club

Insomma, un quartiere fecondo per l’arte e per l’offerta musicale.   Per la stagione 2011/2012, però, la proposta (e la concorrenza) si arricchisce e a rilanciare, con una programmazione quanto mai varia ed ambiziosa, è il Magazine Music Club. Anticamente conosciuto come Jazz Magazine, rimasto poi inattivo per lungo tempo, il locale in via Tolemaide 19/a è stato preso in gestione da Enrico Giona che ne ha assunto anche la direzione artistica e ha avviato, a partire da metà Settembre, un programma a dir poco invitante: corsi di tango argentino il lunedì; appuntamento fisso con la cantante Emy Persiani, affiancata da musicisti sempre differenti per un omaggio alla canzone italiana, il martedì; madrina d’eccezione per la serata del mercoledì, la jazz vocalist Francesca Ciommei, che intratterrà il pubblico insieme a grandi musicisti per serate di musica pop trattata jazzisticamente ed altre all’insegna dello swing animate, talvolta anche da scuole di ballo; il giovedì sarà il momento della musica e della moda vintage con tanto di sfilate; rock e blues d’autore il venerdì e per concludere, musica da discoteca con dj di spicco e percussionisti dal vivo, il sabato sera.

L’appuntamento del mercoledì è quello che ci permette, il 21 settembre, di scambiare quattro chiacchiere con l’Acoustika Pop Trio, formato da Francesca Ciommei (voce), Pino Iodice (chitarra e looper) ed Eric Daniel (sax e flauto traverso).

Chi è Francesca Ciommei

Francesca Ciommei ha un curriculum di tutto rispetto: cantante e compositrice, attiva in vari generi musicali (dalla lirica allo swing),  collabora con varie formazioni ed ha nel suo repertorio, oltre al jazz tradizionale, il rock’n’roll, il gospel, il pop e la classica napoletana, con un’esperienza di esibizioni al fianco di artisti di primo piano della scena nazionale come Riccardo Biseo, “Red” Pellini, Massimo Carrano, Carletto Loffredo, Lino Patruno, Giorgio Rosciglione, Adriano Urso, Lucio Turco e molti altri.

Cosa proporrà l’Acoustika Pop Trio?  «Il nostro sarà, sì, un repertorio di cover ma non nel vero senso del termine: non siamo una cover band» racconta Francesca, «perché i brani vengono reinterpretati, arrangiati in chiave jazzistica, ogni tanto, diciamolo, anche stravolti: ci giochiamo un po’, per divertire anche il pubblico! Unico brano inedito è il mio “Encima de mi vida”»

Quindi si spazierà dai Beatles ai Police, da Prince a Sting a Battisti. Ma quale brano vi coinvolge di più, a quale siete maggiormente affezionati? E quale, invece, fa più effetto sul pubblico?  «Anche i brani variano sempre e per questo motivo è difficile dirlo: spesso persino la scelta di qualche pezzo viene improvvisata sul momento e la risposta degli ascoltatori cambia a seconda dell’atmosfera che si crea di volta in volta» risponde Pino Iodice che spiega anche: «non ci sarà batteria e per tenere il rimo userò la chitarra in maniera “percussiva”, stoppando le corde; registrerò queste sequenze per poi riproporle in loop e suonarci di nuovo sopra dal vivo, improvvisando ogni volta in modo diverso»; ecco perché, quindi si parla di trio acustico.

Come mai, però, pur nella varietà del repertorio, avete circoscritto la scelta in un arco di tempo tra gli anni ’60, ’70 e ’80, tralasciando le canzoni contemporanee? «Beh, perché i grandi successi della musica pop e melodica di quella generazione sono davvero intramontabili, conosciuti da tutti; hanno probabilmente accompagnato la “crescita” di buona parte del nostro pubblico e in un modo o nell’altro, indipendentemente dai gusti personali, evocano in ciascuno ricordi ed emozioni importanti…» conclude Francesca.

E infatti il gruppo, durante il concerto, ci presenterà composizioni come “Se stasera sono qui”, “I’ll be watching you”, “Sittin’ on the dock of the bay”, “Kiss”, “Il cielo in una stanza”, “Be bop A Lula” e tanti altri, creando facilmente legami tra brani che magari non siamo abituati a immaginare uno a fianco all’altro.

La non-intervista a Eric Daniel

L’arrivo di Eric Daniel è attesissimo al Magazine Music Club e quando ci presentiamo, gli preannuncio che vorrei scambiare quattro chiacchiere con lui per un’intervista. Ma porre le domande giuste ad un musicista così, non è facile e le cose che vorrei chiedere sono davvero tante: Eric ha suonato davvero con tutti i più grandi, da Tom Jones a Jerry Lewis, da Ella Fitzgerald a Stevie Wonder e in Italia con Zucchero, la Rettore, Mia Martini, Giorgia, Michele Zarrillo, Massimo Ranieri, Alex Britti e molti altri. Fa uno strano effetto trovarselo lì, fuori dal portone del Magazine, a pochi passi da casa mia, a fumarsi una sigaretta prima che cominci un concerto. «No, non lo scrivere ti prego! Tutti quelli che mi conoscono sono convinti che io abbia smesso di fumare! Ed era così, avevo smesso per sei settimane, andava tutto bene… ma poi mi hanno offerto una sigaretta e ho detto di sì. E adesso ho fumato due o tre volte da quando avevo smesso. Ma non le compro, le scrocco soltanto!».

Ci tiene ad approfondire l’argomento ed è troppo divertente sentirlo dire termini come “scrocco” col suo inconfondibile accento americano. Vorrei chiedergli come mai da tanti anni vive in Italia, cosa lo affascina dei musicisti europei… ma la situazione è troppo informale e piacevole per riportarla sui binari dell’intervista e finisce col parlarci dei 5 tibetani «sono degli esercizi di stretching, respirazione, tipo yoga! Se li fai tutte le mattine, bastano 20 minuti, fanno molto bene, basta essere costanti e non saltare più di una volta ogni tanto. Io lo faccio da tempo ormai, è facile… Cerca su Google, c’è spiegato tutto lì!». E così via, finché non arriva il momento di suonare e godersi la musica.

Insomma, l’atmosfera che si crea con gli artisti che suonano in questo locale, per quanto di fama internazionale, pare davvero informale, gradevole come accade in pochi posti in città. Provare per credere.

Laura Mancini

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