Moloch: danza, musica e poesia per rappresentare il quotidiano
MOLOCH di Roberto Risica in scena dal 18 al 20 ottobre 2013 alla Casa delle Culture, apre la sezione “Spettacoli dal vivo” di questa stagione. Una composizione drammaturgica che mescola danza, musica e poesia per dar corpo ai disagi che abitano il quotidiano. In scena due personaggi, sbandati e inadatti, compagni di vagabondaggi, uniti da un legame muto e delicato, esplorano un non luogo surreale e affascinante che lentamente si trasforma in un mostro biblico, bestiale e gigante, fiabesco e irreale, da cui scappare o a senza rimedio.
Un gioco di antitesi, una contrapposizione di pieni e vuoti, un sogno visionario delle nostre vicende umane che si risolve in uno slancio vitale verso la bellezza che tutto sana e salva. Ché cerchiamo di parlare a qualcosa che non è l’intelligenza.
Note di regia su Moloch
“Il male ci mette alla prova e insieme ci dà l’occasione di guarire” Alda Merini C’è un dolore che sembra riguardare soprattutto l’occidente, una distanza spietata tra il nostro sentire e il nostro vivere, tra il dentro e il fuori. Ma è una sofferenza inespressa, un’implosione silente, una frattura che non trova sfogo, che si espande dentro. Il disorientamento è diffuso come un rito comune. Eppure la nostra tragedia è declassata ad una rassegnazione malinconica, ci infliggiamo una serenità posticcia per nascondere il malessere quotidiano di un conflitto impari e feroce. Il nostro è un disagio privato, muto, segreto. Come animale ferito, la nostra richiesta d’aiuto è senza parole.
E a forza di contenerci siamo diventati il contrario di un urlo. Io credo ancora nella forza della poesia, nel riscatto della grazia, nella potenza disarmante della delicatezza, come atto di resistenza e di salvazione. Credo nella necessità di indagare la propria fragilità, tratto imprescindibile del nostro essere umani, instabili e precari. Credo nella necessità di proteggerla, la nostra fragilità, di considerarla rifugio, ricettacolo, enclave dalla brutalità, caldo ventre di madre, riparo dalla ferocia del mondo. E come Artaud auspico un teatro capace di tradurre ciò che la vita dimentica, dissimula, o è incapace ad esprimere.
“E non questo smacco” è un’esortazione all’ascolto, un incitamento a non reprimere la propria vulnerabilità, a rivendicarla. Essere friabili, come a dire essere umani. Per contrapporsi all’abisso, per guarire l’urlo di questo mondo dolente e disperato, per prendersi cura del suo vagito straziante e della nostra sete d’aria e luce, per concederci finalmente un’esplosione di gioia. Con Alessandra Angelucci, Sabrina Broso, Massimiliano Frateschi, Teodora Grano, Alessandro Lanza, Roberto Risica Scene: Selena Garau Costumi: Oncut Studio Musiche: Angela Bruni
PROMOZIONE MOOZART! Per i nostri lettori, prenotando con un’e-mail a redazione@moozart.it, biglietti ridotti a 8 €
CASA DELLE CULTURE via San Crisogono 45 00153 Roma (piazza Sonnino – Viale Trastevere)
Ore 21.30 Costo biglietto intero: 15 €, ridotto over 65 ed altre convenzioni: 12 €, ridotto studenti under 26: 8 €
Laura Mancini